Genova | 25 dicembre 2020

In mattinata del giorno di Natale

pensieri e parole poi qualche caffè

Le giornate sono ancora brevissime, sono le sette ma pare ancora notte

di Aldo Carpineti

Aldopanama anche a Natale
Aldopanama anche a Natale

Sono quasi le sette del 25 di dicembre. Ed è già giorno di Natale. Mi permette queste considerazioni il silenzio attorno a me, interrotto soltanto dal brontolio della lavatrice: le previsioni danno buon tempo in giornata e potrò stendere fuori i panni lavati. 

Giulia e Oliver mi hanno telefonato ieri sera e hanno promesso una video telefonata per l'ora di pranzo di oggi. Li vedrò molto volentieri; è da ottobre, per il mio compleanno, che non ci incontriamo. Vedrò anche il loro cucciolo che è appena entrato in famiglia: un pastore maremmano destinato a diventare gigantesco. Oliver dice che sarà una insuperabile guardia del corpo per Giulia. 

I sopraggiunti pagamenti di alcuni corsi che ho tenuto nel passato mi permetteranno anche un regalino natalizio a loro, se Giulia vorrà fornirmi il suo iban. Oggi con l'home banking dal telefonino si fa di tutto. Giulia e Oliver stanno ristrutturando casa e mai come in queste occasioni le spese saltano fuori dappertutto. Un piccolo aiuto potrà dare una mano nelle esigenze del quotidiano. 

Natale di lockdown, Natale con tempo a disposizione, per mettere a posto le cose e le idee. Persino per programmare qualcosa malgrado io abbia idiosincrasia per le programmazioni. Preferisco risolvere i problemi man mano che si presentano, tanto non si presentano mai come si immaginano. 

E dunque i miei programmi prevedono in primo luogo una tranquillizzazione economica. Ognuno di noi sa quante sono nel mese le spese da affrontare che non fanno parte dell'ordinaria amministrazione e disporre di quanto sia necessario per non accumularle è già un buon punto di partenza. Quella economica è la prima libertà, diceva un anziano professore di Pescia, e non aveva torto. 

Se mi regge il fisico prevedo di lavorare parecchio a partire dalla seconda decina del mese di gennaio. C'è chi dice che in giro non c'è lavoro, ma bisogna in primo luogo cercarlo o porre i presupposti perché qualcosa arrivi. Troppo facile giustificarsi incolpando i tempi e l'ambiente, se non trovi un lavoro createlo, strizzati il cervello finché non salta fuori qualcosa. Oggi i mezzi a disposizione per entrare in contatto con il mercato del lavoro sono tanti ed efficaci. Impariamo ad usarli. Spesso agli allievi dei miei corsi suggerisco di far seguire l'invio del curriculum con una telefonata alla azienda che cerca: a volte ti mandano a quel paese ma alcuni recruiter sono contenti di sentirti e di conoscere la tua voce. Può essere un mezzo per distinguersi. 

In un modo o nell'altro si è finito per parlare di lavoro anche il giorno di Natale; è come una dipendenza da alcool o da stupefacenti, non ne posso proprio fare a meno. 

Ora la pianto e stacco anche da qui, mi faccio il secondo caffè della giornata. Buon Natale a tutti. 

Venerdì 25 dicembre 2020