Genova | artisti al monferrato classic festival arte
Ha esposto ai concerti del Monferrato Classic Festival di Sabrina Lanzi
di Maria Grazia Dapuzzo
Carlo Mazzetti, artista di arti visive, architetto, svolge la sua attività artistica in Saluggia nel vercellese, «crocevia tra Canavese, Pianura Padana e Monferrato».
Io l'ho conosciuto anni fa in una delle tante occasioni d'inaugurazioni espositive nel fertile territorio del Monferrato e come succede spesso fra architetti-artisti, abbiamo da subito stretto amicizia raccontandoci dei nostri studi e delle nostre rispettive esperienze artistiche. Un appuntamento fisso, d'incontro e scambio dialettico, è stato al Castello di Piovera all'annuale Mostra d'Arte Contemporanea «Fossili moderni».
Carlo Mazzetti ha al suo attivo numerose esposizioni personali e collettive a livello nazionale e internazionale. Io stessa ho avuto il piacere d'invitarlo a esporre e presentarlo, al pubblico dei concerti del Monferrato Classic Festival, in Lu Monferrato, Vignale Monferrato e nel Castello di Casale Monferrato.
Molti critici d'arte hanno scritto di lui e del suo stretto legame con la terra, la Natura stessa, come E. Decaroli che in occasione della personale «Spighe» a Palazzo Pastoris in Saluggia nel 2016 afferma «Fin dai disegni e dalle tele del 1989-91 le spighe sono presenti nella produzione pittorica di Carlo Mazzetti come elemento, potrei dire un personaggio secondario, di quell'opera polifonica che l'artista rappresenta: la Natura. Sono le distese di grano nei campi dove il contadino compie la sua fatica quotidiana mietendo sotto il sole; sono i covoni accanto ai quali si riposa dopo il lavoro, sotto un albero frondoso. Poi con le prime opere scultoree in bronzo, le spighe diventano protagoniste...».
Già nel 2014 Melissa Boschi scriveva: «Fin dall'inizio del colloquio ho capito quanto sia profondo il legame con le origini contadine che emerge in tutta la sua opera e con quale fatica abbia vissuto la prima giovinezza, diviso fra il lavoro nei campi e lo studio riuscendo a raggiungere traguardi come la maturità artistica e la laurea in architettura. Ha insegnato nelle scuole superiori e ha esercitato per breve tempo la libera professione di architetto, ma contemporaneamente e senza interruzione ha coltivato, da buon contadino, la sua grande passione per l'arte e col tempo ha maturato una sua originale cifra stilistica passando dalla rappresentazione della campagna e del faticoso lavoro nei campi in forma prevalentemente descrittiva, all'identificazione con l'emblema stesso della Natura, l'albero, vero e proprio alter ego dell'artista che esprime con le chiome a palloncino dai colori brillanti e con il tronco robusto ancorato alla Madre Terra da possenti radici, le sue emozioni e i suoi sogni».
Nel catalogo «Carlo Mazzetti. Nel cammino del pensiero» edito «Verso l'Arte Edizioni» della mostra al Castello di Casale Monferrato nel 2014, la nota critica d'arte Giovanna Barbero scrive «L'immediatezza della visione predilige una narrazione fantastica, o fantascientifica, legata ai sogni infantili, dell'isola che non c'é, dove tutto è possibile e, soprattutto, dove regnano pace e serenità. L'albero è protagonista e percorre una evoluzione fiabesca, sì, ma anche profondamente significante. Le sue radici piano piano escono dalla terra, si trasformano fino a diventare arti umani e, aiutate dai rami-braccia portatori di foglie e frutti-palloncini, acquistano leggerezza per intraprendere un cammino che, come una danza, si solleva dalla superficie che lo intrappolava; così il movimento produce magia dandogli una immagine antropomorfa fenomenale.»
In seguito, dalla presentazione della personale «I colori di settembre» in Saluggia nel 2018, si evince che Carlo Mazzetti «Dal 1970 si è dedicato alla pittura sviluppando, nell’ambito dello stile figurativo, i temi del lavoro contadino e della Natura, sviluppando nel tempo il tema dell’Albero» e che «I suoi soggetti parlano ancora della Natura, ma gli alberi hanno perso le radici trasformate in piedi, hanno messo le gambe e dopo il primo passo il cammino è diventato una corsa, poi una danza».
«Negli ultimi anni la sua ricerca espressiva si è indirizzata anche verso la scultura, in particolare il bronzo, materiale in cui ha realizzato opere raffiguranti gli elementi essenziali della personale rappresentazione della Natura: il sole, l’albero, il frutto (la mela), le spighe, l’animale (passeri, picchio, cavallo), l’uomo, l’architettura».
Ultimamente, propone le sue sculture in una nuova dimensione: gioielli in argento.
I materiali sui quali lavora sono supporti di vario tipo: iuta, tele stampate plastificate, tessuti di vario genere, pannelli di legno pressato che dipinge con colori acrilici e a olio. Per le sculture usa il bronzo, il ferro e il marmo.
Nel 2020, anno molto particolare a causa delle restrizioni dovute al Covid 19, Carlo Mazzetti è stato invitato a esporre al Museo Civico di Moncalvo, dall'otto agosto al 4 ottobre. La personale dal titolo «Metamorfosi», curata dalla nota esperta e critica d'arte Giuliana Romano Bussola, si è conclusa con un interessante symposium su «Le Metamorfosi, Natura e Umanità».
Sabato 9 gennaio 2021