pubblicato in cartaceo nel 2004

Il secondo capitolo de La Casa di Morgex

romanzo breve ambientato in Val d'Aosta

Aldo Carpineti lo scrisse a Pescia dopo Stanzialità e Transumanze

di Aldo Carpineti

Dal mare ai monti
Dal mare ai monti

Capitolo secondo 

C'era un bel tavolo tondo nell‟ angolo del locale opposto a quello della televisione e la coppia, scesa puntuale, si sedette lì. Anna cucinò i loro piatti e li servì caldissimi; i due cominciarono a mangiare lentamente facendo attenzione a non scottarsi, sorseggiando di tanto in tanto piccole quantità di vino bianco e, solamente la donna, acqua naturale. Tutto bene? - chiese Anna, dopo aver studiato il momento giusto per intervenire. Eccome - disse la donna - ci sono ancora trote nel fiume, eh?. Sì, ce ne sono, per chi le sa pescare; noi ci serviamo direttamente da un pescatore che getta l'amo qui vicino. Ne pesca in abbondanza, io non saprei fare come lui, ci vuole abilità, bisogna avere la mano esperta. E voi? andate al Bianco? Sì - riprese la donna - abbiamo in programma un fine settimana in Val d'Aosta; stamattina siamo partiti presto da Genova e abbiamo fatto a tempo a visitare Cervinia; siamo saliti fin dove si può con la funivia; bello… bello, ma un freddo… il cielo era coperto, peccato non aver potuto vedere la punta del Cervino; domani vorremmo salire sul Monte Bianco per osservare la catena dall'alto del Rifugio Torino; ci hanno detto che è impressionante, vero? speriamo di avere un po più di sole; poi andremo a trovare certi nostri amici che abitano a Chamonix. Lei, ma… possiamo darci tutti del tu, vero? – gli altri due annuirono - …tu sei di queste parti?. No – rispose Anna – io sono di Asti. Sono salita quassù perché mi è capitata l'opportunità di avere questa casa in proprietà, circa dieci mesi fa. Ad Asti facevo la commessa in un negozio, ed avevo un marito. Il mio nome è Laura, e lui è Mario. Ma cosa è successo a tuo marito, se posso chiedertelo? Era operaio in una piccola azienda meccanica, faceva il saldatore; non si contentava di quello che avevamo, non gli piaceva il lavoro dipendente, ogni giorno si lamentava per la nostra condizione, che invece, con due stipendi, non era malaccio. Poi un giorno tornò a casa dicendo che gli si presentava una grossa opportunità in California: glielo aveva assicurato un compagno di lavoro. Sarebbero partiti tutti e due per l‟ America; ma mi avrebbe scritto, telefonato finché non avessimo potuto raggiungerlo là. Partì pochi giorni dopo e non lo rividi più: i primi tempi qualche lettera in cui magnificava quei posti, poi pian piano sempre più di rado. Adesso non lo sento da quasi due anni. Per fortuna la bimba, mia figlia, ha un bel carattere, ed anche all'asilo le maestre hanno una buona opinione di lei; è quella bambina laggiù, sta mangiando al tavolo sotto la televisione, la vedete? – sorrise a lungo guardando lei e poi loro – si chiama Carlotta. Desiderate altro? Tanta frutta, trovo che di settembre è ancora buonissima la frutta, e poi un liquorino di qui fece Mario, E tu Laura? Una fetta di dolce, cosa mi consigli?. Va bene torta di mele? E poi vi porto un liquore d'erbe di queste valli, molto digestivo, oppure oppure.… non dovreste perdervi la grolla. Che cosa sarebbe? intervenne Laura mostrando grande curiosità. Mario, invece, se ne stava zitto, perché per la sua lunga frequentazione della Val d‟ Aosta, sapeva bene di che cosa si trattasse. Vedi questa che sembra una coppa in legno? – Anna ne prese dalla mensola una di tante che c'erano di diverse dimensioni – la chiamano Grolla, ha tanti beccucci da dove si beve, e il coperchio che non deve mai essere aperto per non perdere gli aromi e il bollore. La bevanda è molto forte: a base di grappa, caffè, scorza di limone e… altri ingredienti che nessun valdostano rivelerebbe: deve restare una ricetta conosciuta soltanto alla gente di qui. Anche a me è stata rivelata da poco, e con molte reticenze. Le trofie col pesto sono genovesi, è vero? – sorrise scostando appena le labbra – così la grolla è valdostana e deve rimanerlo. Risero divertiti. Nel frattempo era entrata nel locale una famiglia di quattro persone e Anna rivolse a loro le sue attenzioni. Mario e Laura si avvicinarono alla televisione che trasmetteva uno show musicale e lo seguirono per una mezz‟ ora, assaporando con molta soddisfazione il contenuto della grolla. Poi, alzandosi, si rivolsero di sfuggita ad Anna: Noi ci ritiriamo. A che ora volete la colazione domani? Alle sette - rispose Laura – per domani abbiamo in progetto tante cose. Buon riposo, allora, domani è domenica e non dovrò accompagnare Carlotta all'asilo. Quella notte le stelle erano innumerevoli e nitidissime; il cielo, senza accenno di nubi, appariva nero come l'inchiostro e le metteva in evidenza in modo addirittura impressionante. Il giorno dopo Mario e Laura scesero anche più presto dell'orario previsto: la giornata era meravigliosa, un sole mattutino che infiammava l'aria, il cielo si era fatto straordinariamente azzurro, come sa esserlo solo in montagna. Con Anna si salutarono molto affettuosamente: Andiamo subito al Bianco, saliremo al Rifugio Torino, te lo dicevo ieri, vero? Saremo su nelle ore più belle della mattinata. Al ritorno, se avremo tempo, visiteremo la Val Ferret; ce ne hanno parlato così bene… è bella davvero?. Eccome, è dolce e verdissima di prati ondulati, la Dora nasce dal profondo della valle, dove la piana cede il posto alle rocce. Andateci; se siete lì all'ora giusta potrete anche pranzare in uno dei caratteristici ristoranti valligiani che sono distribuiti all'imbocco dell'altopiano e più avanti: fanno ottimi piatti locali per una spesa accettabile. Grazie dei consigli, Anna, faremo come dici. Ah, la prossima notte la passeremo dagli amici di Chamonix ma, lunedì, al ritorno chissà che non ci troviamo qui per pranzo; sai, abbiamo preso entrambi una giornata di ferie. Una vigorosa stretta di mano a Mario, l'accenno di un abbraccio a Laura e poi Anna seguì con lo sguardo l'auto allontanarsi rapidamente in direzione di Courmayeur.

Martedì 26 gennaio 2021