ottavo capitolo del romanzo breve

Cristina si ambienta nella locanda di Morgex

e tornano i due ragazzi della visita misteriosa

Vita poco monotona nella Casa ogni giorno fa originale storia a sé

di Aldo Carpineti

Casa valdostana
Casa valdostana

Capitolo ottavo

Passando i giorni, Cristina si dimostrava davvero una buona lavoratrice, adesso era compito suo fare il grosso del bucato e stirare, e come cuoca era già in grado di preparare i piatti più semplici. La cucina Anna preferiva comunque curarla in prima persona, come i contatti con i rappresentanti che rifornivano il bar, poiché quelli erano gli aspetti più delicati della gestione. Anna si coricava intorno alle ventidue, quando portava a dormire anche sua figlia; ma Cristina teneva aperto il bar fino a mezzanotte ed oltre, accogliendo gli ultimi avventori, soprattutto locali, che di solito facevano a quell'ora l'ultima partita a carte o guardavano insieme la televisione fino a tardi, e incrementava in quel modo le entrate, anche a proprio vantaggio. Cristina, in un momento di confidenza, raccontò ad Anna di essere venuta via da casa perché voleva la sua indipendenza dai genitori, che pure erano brave persone, di aver cercato a lungo una sistemazione a Ivrea ma di non averla trovata: quello che le chiedevano in città era soltanto di fare le pulizie, ma ciò che lei voleva era anche un alloggio proprio ed indipendente che le permettesse di emanciparsi dalla famiglia di origine; e Anna, visto il buon andamento delle cose, le passava una piccola somma di denaro, non necessariamente uguale ogni mese, anzi proporzionata agli incassi, che però permetteva alla ragazza di sostenere le spese per le sue esigenze più dirette. Stai serena – le disse Anna una sera – se tutto andrà bene, fra qualche mese saremo in grado di comperare la lavatrice. E Cristina, quella sera, restò alzata fino a tardi, e poi andò a dormire contenta come se le avessero fatto il più grande regalo. Alcuni pomeriggi più avanti, Anna era intenta a spolverare il mobilio e le bottiglie, Cristina a darsi da fare col ferro da stiro, quando una macchina si fermò sul piazzale. Anna guardò fuori dalla finestra, scostando la tendina, e non poté fare a meno di esclamare: Toh, vecchie conoscenze: la macchina era una coupé scura e ne saltarono fuori i due ragazzi che avevano avuto con lei, qualche tempo prima, quell'incontro fugace e per nulla cordiale. La prima tentazione di Anna fu di tirare il chiavistello, poi, accorgendosi che i due, da fuori, mostravano un tono accomodante, li fece entrare. In quel momento comparve dalla cucina anche Cristina e Anna rimase esterefatta, assistendo ad una scena che non si sarebbe mai aspettata: Giacomo, Marco gridò la ragazza, Cristina, che fai qui – fece il maggiore dei due giovani sorridendo - non dirmi che lavori in questa casa! E, un attimo dopo, si gettarono gli uni nella braccia dell'altra, si abbracciarono a lungo, e parvero molto emozionati. Le effusioni durarono più di qualche minuto. Beh, spero vorrete spiegarmi disse ad un certo momento Anna con tono volutamente insofferente. Anna, le spiego tutto – disse Cristina – Giacomo, il più grande, è mio fratello ed ha due anni più di me; l'altro, Marco, è un amico; era tanto tempo che non ci vedevamo. Deve sapere, signora – intervenne Giacomo, che nel frattempo aveva assunto un modo di fare molto più rassicurante di quello messo in mostra durante il primo incontro – che quando ci vide la volta scorsa stavamo per oltrepassare rapidamente il confine. A Torino ci avevano accusati di spaccio di cocaina e ci cercavano: noi non siamo mai stati degli stinchi di santi, ma spaccio di droga non ne abbiamo mai fatto, tutt'al più qualche volta ne abbiamo sniffata piccolissime quantità per noi stessi, ma non ne abbiamo mai procurata ad altri. Una falsa voce tuttavia ci aveva messo la polizia alle calcagna e noi abbiamo cambiato aria; per fortuna avevamo fatto a tempo a portare con noi una parte dei nostri risparmi: siamo rimasti questi mesi a Ginevra, dove abbiamo lavorato qua e là. Ora ho avuto per telefono da mamma la notizia che c'è stato il processo in contumacia… ma è vero Cristina? Si, è proprio vero, Giacomo: l'avvocato d'ufficio è stato molto bravo; ha smontato ogni prova a vostro carico, siete stati assolti per non aver commesso il fatto, e il pubblico ministero ha già espresso l'intenzione di non presentare appello. Ci fu nuovamente grande allegria. Si abbracciarono ancora, e questa volta anche Anna partecipò alla gioia degli altri tre. Poi andò a prendere una bottiglia di spumante: Questa è un'occasione da festeggiare – disse – Stasera siete tutti miei ospiti a cena - aggiunse - spero che i clienti ci lascino stare un po assieme. Dopo cena, Anna disse ai due ragazzi di fermarsi per la notte: i due letti della stanza libera erano separabili e ci avrebbero dormito da signori. I due non chiedevano di meglio. Il giorno dopo Giacomo, svegliatosi presto come sua abitudine fece alzare anche Marco, e i due chiesero a Cristina se avesse notizia che in paese ci fosse lavoro perché, malgrado tutto, sarebbe stato bene tenersi per un po‟ lontani dalla città in modo che col tempo nell'ambiente si dimenticassero di loro. All'ingresso sud del paese – disse Cristina - c'è una piccola stazione di servizio di benzina e ho notato che ha fuori il cartello VENDESI, ma non ho idea di quanto vogliono. Voi avete ancora soldi? I due ragazzi si precipitarono al distributore e parlarono con il titolare, un signore molto anziano ormai definitivamente desideroso di mettersi a riposo. Si accordarono per il pagamento di un tanto immediatamente, una cifra senza dubbio contenuta, che Giacomo e Marco potevano mettere insieme riunendo quanto rimaneva sui loro conti correnti, e poi di una rata ogni mese, fino al raggiungimento del prezzo pattuito. Nei primi dieci giorni del loro esercizio il cedente era anche disponibile, per parte della giornata, ad addestrarli nel lavoro. Se ora Anna – osservò Marco - ci volesse dare la stanza dove abbiamo dormito questa notte, sarebbe il massimo. Rientrati, cercarono difilato la donna per farle la richiesta, e lei rispose che la stanza gliela avrebbe data, ma loro dovevano pagarle un affitto, perché non poteva rinunciare a quanto quella camera le fruttava con i passanti; e neanche i pasti potevano essere gratuiti, E soprattutto, ragazzi - disse con tono fermo – che io non senta più parlare di droga, altrimenti vi manderò via. Si brindò ancora.

Sabato 30 gennaio 2021