capitolo ventitreesimo romanzo breve

Nuovi equilibri alla Casa di Morgex, i

cambiamenti dei ruoli e delle persone

La vita cambia e con essa anche gli atteggiamenti, approfondimenti...

di Aldo Carpineti

Rifugio sotto al Monte Bianco
Rifugio sotto al Monte Bianco

Capitolo ventitreesimo

Ad Anna era stata affidata una prima elementare, e così poteva esercitare nei confronti dei suoi piccoli allievi tutta l'esperienza che le derivava dall'educazione data ai suoi due figli. E senza dubbio per Anna fare scuola significava trasmettere, oltre all'insegnamento delle nozioni previste dal programma, anche e soprattutto un grande esempio di vita quotidiana, qualcosa da comunicare giorno dopo giorno alle personalità in via di formazione dei bambini. Fu un mondo di responsabilità, di attenzioni, di sensibilità, di interpretazioni, di valutazioni che ebbe proiezione dal suo bagaglio spirituale, già ricco e variegato, e che, avendo valenze di reciprocità con gli stessi suoi allievi, destinatari di tali atteggiamenti, fece crescere ancor più la profondità umana del suo essere. Mario era un uomo fondamentalmente pratico, cresciuto alla scuola aziendale dell'utilità e dell'efficacia, che sono sempre valori assai positivi, tuttavia non gli sfuggirono queste dinamiche, che attraversavano l'animo di Anna. E le chiese di parlargli di come viveva la sua realtà educativa, le sue esperienze, di farne quotidiano oggetto di conversazione in famiglia, per maturare l'uno e l'altra congiuntamente anche sotto questo profilo. Mario non era filosofo, ma si rendeva conto come questi argomenti, se vissuti insieme, possono fare grande la vita. E, ciò che non guasta, anche la situazione economica di Mario ed Anna si era fatta più che soddisfacente, perché i due potevano contare su due stipendi, quello dell'Ispettorato e quello della scuola nonché sulle entrate della gestione della casa, pur deducendo le paghe destinate a Cristina e Antonio che lavoravano stabilmente alla cucina e al bar e che occupavano una camera nella casa. Marco e Giacomo, invece, erano subentrati, in affitto, nell‟ appartamentino in paese lasciato vuoto da Antonio e Cristina; cosicché nella Casa di Morgex rimanevano libere nuovamente due camere da destinare a clienti di passaggio. Oltre ad ospitare continuamente nuovi turisti, nella Casa si era consolidata una clientela composta da persone che, sperimentata una prima volta la qualità dei servizi e le comodità, avevano preso a frequentarla assiduamente con una certa periodicità; anche la formula delle settimane bianche aveva, con alcuni gruppetti, applicazione regolare: la Casa che, agli inizi, aveva fatto conto solamente su isolati transitanti, riceveva ora frequenti prenotazioni telefoniche ed a volte, nelle alte stagioni, non riusciva nemmeno a soddisfare tutte le richieste. I due bimbi, Carlotta e Paolo, erano impegnati a scuola e all'asilo fino alle quattro del pomeriggio e a quell'ora passava a riprenderli la tata Ethel, di lingua inglese, che aveva poca confidenza con l'italiano, peraltro, in virtù di un carattere simpaticamente energico, sapeva fare in modo che le si porgesse attenzione in ogni momento della sua conversazione in slang anglosassone. Era, questa signorina, una persona sui venticinque anni che, capitata in Italia con una amica dopo aver soggiornato in diverse parti d'Europa, aveva sentito talmente forte il fascino dell'ambiente alpino che si era fermata in Val d'Aosta vivendo di quello che le procurava la sua predisposizione alla comunicazione e alla dialettica. E per assaporare fino in fondo questo suo gusto per i paesaggi arditi delle Alpi occidentali, lei che veniva da Sheffield aveva trovato alloggio nel piccolo paese di Saint Nicolas, abbarbiccato sulla cima di una roccia, con una chiesetta e un campanile aguzzo a strapiombo sulla valle sottostante; da lì si spostava frequentemente con la sua inconfondibile Mini Cooper blu con tettuccio bianco, per recarsi presso i suoi diversi datori di lavoro. Ebbene, con Carlotta e Paolo restava dalle sedici alle venti di tutti i giorni, curando di essere costantemente in contatto, ma senza distoglierli dai loro svaghi, più che legittimi, dopo tante ore di impegno scolastico.

Domenica 7 febbraio 2021