ventinovesimo capitolo romanzo breve
Mario sta dando forma alla sua nuova attività, c'è Riccardo in più
di Aldo Carpineti
Capitolo ventinovesimo
Cristina e Antonio comprarono il piccolo bar ed ebbero anche la fortuna di poter acquistare, facendo un mutuo conveniente, uno degli appartamenti congiunti nella stessa costruzione. Teniamoci in contatto – disse Anna – non perdiamoci di vista, potremo sempre darci una mano, non vi pare?. E Mario e la compagna, un po‟ per curiosità e un po‟ per buon auspicio, vollero anche andare a visitare i locali, ancora vuoti: si stappò una bottiglia di qualità: In bocca al lupo disse ad alta voce Mario, Crepi fu la risposta di prammatica degli altri tre.
Per il bar Anna aveva assunto un giovane di ventidue anni di nome Riccardo che aveva lavorato saltuariamente nella casa nel momento in cui Anna aveva avuto l'incarico a scuola. Anna gli disse di andare tutte le volte che gli era possibile ad apprendere i segreti del mestiere al nuovo bar all‟ ingresso di Courmayeur, soprattutto per la preparazione dei cocktails. Antonio aveva creato una fama alla Casa di Morgex che ora sarebbe stato un peccato perdere. Riccardo dava l'impressione di essere un bravo ragazzo, ma un po‟ insofferente allo spirito di squadra e alla esigenza di fare i passi secondo la propria gamba. Era in possesso di un diploma di ragioniere e aveva lavorato per un anno, prima del servizio militare, presso un consulente del lavoro ad Aosta. Dopo aver avvertito Anna, fece presenti queste cose a Mario chiedendo se le sue esperienze avessero potuto mai essere impiegate nel giro della formazione. Se ne può parlare – rispose Mario – ma bisogna che tu rinforzi la preparazione in materia di paghe e contributi. Però l'idea mi piace – continuò – sarebbe veramente il massimo tenere corsi con personale interno. Del resto – rifletté – io stesso potrei considerare di fare aula nel campo della sicurezza sul lavoro.
Riccardo era comunque un ragazzo di buona volontà e buon senso e se, da una parte, l'idea di fare il formatore lo stimolava parecchio, dall'altra l'ipotesi di svolgere docenza di fronte ad una platea di persone che potevano anche essere più esperte di lui toglieva entusiasmo al progetto. Ne parlò di nuovo con Mario che lo rassicurò: Non ti preoccupare – gli disse – vedrai che troveremo il modo. Mario telefonò al consulente del lavoro dove Riccardo aveva fatto pratica e gli propose, spiegandogli i termini del problema, di accogliere nuovamente il ragazzo perché riprendesse, lavorando a mezza giornata, l'attività interrotta tempo addietro. A noi - aggiunse Mario – tornerebbe utile che il ragazzo si costruisse una solida preparazione in materia di paghe e contributi con conoscenza anche teorica degli istituti e degli aspetti normativi. Beh – rispose il professionista – queste sono proprio le nostre materie; non mi dispiace riprendere Riccardo, che ho ben presente; potremmo metterci d'accordo per cinque pomeriggi alla settimana se si accontenta di un trattamento retributivo a partita Iva non ai massimi livelli. Non posso fare di più, perché in questo momento il mio studio è completo; dipenderà soprattutto dal giovane tenere gli occhi aperti ed interessarsi a tutte le cose che facciamo qui, in modo da apprendere il più possibile. A Riccardo non parve vero: gli si aprivano per il futuro, anche abbastanza prossimo, due diverse opportunità, per differenti motivi altrettanto appaganti: il barman-aperitiviere e formatore presso la Casa di Morgex o la carriera professionistico-lavoristica. Anna seguì questi avvenimenti con interesse e premura; non le sfuggì che sarebbe stato comunque opportuno avere a disposizione nel bar un'altra persona, e la scelta cadde su una ragazza che era arrivata a Morgex un paio d'anni prima da Pont Saint Martin per assistere un'anziana non autosufficiente; poi questa era mancata e la ragazza sarebbe tornata al suo paese se non avesse trovato un'altra occupazione: Anna le offrì di lavorare a orario pieno, con il compito di badare, al mattino, specificamente alla cucina, e presidiare il bar nel pomeriggio. Il suo nome era Martina, come quello del suo paese, e aveva vent'anni. Così il gruppo, alla Casa di Morgex, cresceva gradualmente.
Domenica 14 febbraio 2021