la casa di morgex trentaquattresimo capitolo
Il giovane viene presto trasferito a La Thuile e così vede spesso Martina
di Aldo Carpineti
Trentaquattresimo capitolo
Venne il giorno, per Marco, di partire per il servizio militare. Fu arruolato negli alpini, e, per i primi mesi, rimase nelle caserme del basso Piemonte. Con Martina si scrivevano lunghe lettere, e un paio di volte riuscirono anche a vedersi, in particolare in occasione del Giuramento. Successivamente fu trasferito a La Thuile, da dove gli era facile, nei giorni di libera uscita, farle visita e lei, anche se non voleva dimostrarlo troppo, era orgogliosa che Marco venisse a trovarla in divisa grigioverde e penna nera. La gente, al bar, non trovando nuova la fisionomia di Marco, si incuriosiva e domandava chi fosse quell'alpino che così spesso si vedeva a Morgex; e Martina, fra la burbera e la compiaciuta, rispondeva che era il suo ragazzo, e che c'era poco da stupirsi e da guardarlo. Ma certamente più preoccupata era Martina quando sapeva che Marco stava facendo le marce nelle zone di alta montagna: in quei giorni aspettava con ansia una sua telefonata che la informasse del ritorno alla base. Una sera, tre alpini e le loro tre ragazze, e Marco e Martina fra loro, fecero il programma di passare prima dal bar di Antonio e Cristina e poi cenare al ristorante di Anna. Antonio preparò un aperitivo tanto forte che anche i tre alpini, temprati a ben altro! , come dicevano di essere, ebbero difficoltà ad ingurgitarlo fino in fondo. Uscendo dal locale, e giunti alla Casa, la conversazione si sviluppò, soprattutto da parte degli altri due militari, nel raccontare le bellezze delle loro terre: uno veniva dalla provincia di Bergamo e l'altro da Udine. Fra sé e sé Marco pensava quanto doveva considerarsi fortunato lui per essere stato mandato così vicino a casa; Marco aveva passato la sua gioventù a Ivrea, ma la sua vita di lavoro, la vita da adulto, l'aveva trascorsa tutta qui a Morgex e non poteva fare a meno di considerare questa ormai la propria terra di adozione, senza contare che proprio qui aveva la sua ragazza. Mario volle andare per funghi, assieme a Paolo; si vestirono adeguatamente, con cappellino, giacca a vento, jeans e stivali antivipera e si addentrarono nel bosco tenendosi a breve distanza l'uno dall'altro per non perdersi, e rimasero fuori tutta la mattinata. Era piovuto copiosamente per un'intera giornata, poi, la mattina dopo, c'era stato il sole: le migliori premesse per fare una raccolta abbondante. Ed infatti così fu… I due tornarono fieri del proprio bottino: due secchielli di plastica quasi pieni di funghi bellissimi. Li portarono a far vedere a Nicoletta che era la maggiore esperta nella Casa in fatto di funghi mangerecci. E Nicoletta, pur con la morte nel cuore, li prese in mano ad uno ad uno fra il pollice e l'indice e li buttò tutti nella spazzatura; ne salvò tre o quattro piccoli piccoli, gialli e rossicci, i cosiddetti galletti, dicendo: Questi sono i soli che si possono mangiare, signor Mario, però, essendo stati nei secchi con gli altri, non vorrei che si fossero contagiati, io non mi fiderei… mi dispiace… e le sembrava quasi che fosse colpa sua. I due cercatori si guardarono in faccia increduli e poi Mario disse: Paolo, la prossima volta che andremo per funghi bisognerà portare con noi Nicoletta; per oggi abbiamo fatto una bella passeggiata nel bosco.
Mercoledì 17 febbraio 2021