capitolo quarantaduesimo morgex

Si fa vivo Giuseppe marito di Anna

Anna lo tratta con garbo e distacco

Sparito per andare in America in cerca di fortuna non si era più visto

di Aldo Carpineti

Giuseppe visto da Igor Belansky
Giuseppe visto da Igor Belansky

Capitolo quarantaduesimo

Erano passati cinque mesi dagli ultimi avvenimenti, quando verso le quindici di un grigio pomeriggio Martina andò a rispondere al telefono; Anna, che era lì vicina, vide la ragazza concitata e chiese: Martina, qualcosa che non va? C'è un signore che vuol parlare con te, Anna, ma non vuole dirmi chi è. Passami il microfono… pronto, insomma chi parla? disse Anna. Ci fu ancora un attimo di silenzio, poi Anna si sentì dire: Sono Giuseppe, Anna, tuo marito. Anna avvertì una sensazione di gelo attraversargli tutto il corpo e il sudore le imperlò la fronte: fu un attimo, poi rispose decisa: Dimmi Giuseppe, che cosa vuoi? Sono ad Asti, Anna. Vorrei vederti. Beh – fece Anna con tono secco – non so davvero che cosa possiamo avere da dirci. Comunque io sono sempre qui al pomeriggio e se vieni la domenica mi trovi anche al mattino. Sai dove cercarmi? - Si concluse Giuseppe. Il giorno dopo, press'a poco alla stessa ora, Giuseppe arrivò col treno; vestiva un paio di calzoni di velluto nocciola a coste piccole, la giacchetta recuperata da un vestito grigio a quadri tipo principe di galles, lungamente portato, e teneva un giornale ripiegato in tasca. Giunse alla casa di Morgex dopo aver chiesto informazioni ai passanti, e bussò alla porta. Fu ancora Martina ad andargli ad aprire, e luomo le disse: Sono Giuseppe, vorrei parlare con la signora Anna. Vado a vedere. Dopo un minuto Anna si presentò a Giuseppe, con espressione accigliata gli diede la mano e Entra – gli disse – mettiamoci a quel tavolo là, staremo tranquilli. Giuseppe era un uomo di media statura con i capelli neri e corti che in questi anni si erano un po diradati. Era poco maggiore di età di Anna; aveva sempre avuto gli occhi molto mobili, ma tanto più in questa occasione sembrava cambiare continuamente l'oggetto del suo sguardo che si appoggiava ora sul volto di Anna, ora sulle sue mani, ora su una pianta, ora sul soffitto, ora nel vuoto. Sembrava che gli fosse difficile prendere un atteggiamento definito e passava repentinamente dal remissivo all'invadente, dal postulante al pretenzioso. Anna – cominciò lui – ti trovo benissimo, stai stupendamente…. Lasciamo perdere, Giuseppe, vuoi raccontarmi cosa ti è capitato? Sono arrivato la settimana scorsa da San Diego; lì sono stato titolare, in società con altri, di diverse aziende meccaniche: un salone di automobili; una fabbrica di macchine agricole, una rappresentanza per la vendita di un aspirapolvere tecnologico, e altre ancora, poi sono entrato nel campo finanziario come consulente. Tutte occupazioni che ho condotto con passione, e che mi hanno lasciato qualcosa, in termini di esperienza. Ma, sai, là le cose sono diverse da qui, loro interpretano il lavoro in modo totalizzante, se non riesci a tenere il passo esci dal giro… non è facile, c'è una concorrenza spietata, in qualsiasi settore. Le ho provate tutte e non mi dispiace, ma adesso mi pare che questo periodo in America possa concludersi. In poche parole, sono intenzionato a rientrare definitivamente in Italia. Qui Giuseppe si fermò. E allora? fece Anna senza scomporsi. Beh, Anna, e allora… tu sei mia moglie, no? Io ti voglio ancora bene sai, devi credermi, e poi io qui potrei esserti di aiuto; tieni conto che in America ho imparato tante cose…. Dimmi, sei sola o hai un uomo? Anna non rispose e lo guardò fisso negli occhi, Anna, via…. ritorniamo insieme! disse lui cercando di addolcirla. E‟ un po tardi Giuseppe, non ti pare? rispose Anna con non celato sarcasmo, e per la prima volta le si disegnò un sorriso che subito cancellò dalle labbra: Di sicuro – soggiunse - non ti manca il coraggio; né la faccia tosta. Su Anna, - riprese Giuseppe - quando sono andato via ero giovane, avevo voglia di vedere il mondo; ora le cose sono cambiate… Anna pensò solo per un attimo, poi riprese: Io ti posso dare una mano in questo modo, Giuseppe: all'ingresso di Courmayeur c'è un bar di due coniugi miei amici che hanno conosciuto in vacanza una persona che lavora nella gestioni finanziarie; telefonerò ai miei amici per dire che andrai a trovarli; vedranno loro se possono aiutarti. Di più non posso fare. Buona fortuna, Giuseppe. Disse queste ultime parole con tono calibrato, si alzò e gli tese la mano. Lui per un attimo cercò di replicare poi, vedendo l'espressione di Anna, rinunciò. Salutò sottovoce tenendo gli occhi semichiusi, con il capo fece un cenno come a dire che aveva capito e raggiunse l'uscita.

Domenica 21 febbraio 2021