Genova | Non si comanda alla propria indole
Paragone sproporzionato mi ricorda quanto diceva Niccolò Machiavelli
di Aldo Carpineti
Bar notturno di Piazza Manin, visto da Igor Belansky, quando nei bar ci si poteva andare anche di notte, quelli aperti, s'intende... |
Ha suscitato diverse perplessità un passaggio del mio ultimo articolo (nella colonna centrale, piccolina) nel quale dico che bisogna essere anche un po canaglie, o almeno che sento io la necessità di esserlo. Faccio un paragone enorme e sproporzionato, me ne rendo conto, ma è per spiegarmi. Machiavelli diceva che di tanto in tanto amava ingaglioffarsi in osteria. Anche io sento l'esigenza di ingaglioffarmi, pur se in osteria ci si va sempre meno. Esigenza di ritorno al primitivo? Forse... oppure di rendermi un po più accettabile a tutti e persino a me stesso. Ci sarà chi non mi approva e storce il naso; ma concedetemi questa debolezza veniale, al cuor non si comanda e neppure alla propria indole un po canaglia...
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Trascrivo qui un parere che mi conforta, quello di Carmine Coccorese, Università Bocconi:
In realtà non vi è una vera e propria contraddizione tra perfezione e imperfezione. Quest'ultima (paradossalmente anche l'essere canaglia) è neurobiologicamente necessaria. La saggezza ha molto a che fare con il sapere come tenere in equilibrio l'impulso autoprotettivo con quello cooperativo.
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Io credo che l'avvicendarsi del bene e del male rappresenti la stessa dinamica del nostro essere umani. Il muoverci verso quel che è meglio è il senso della vita.
Domenica 11 aprile 2021