comportamenti abbietti oggi ancora fra noi
Stiamo attenti a chi vuol far passare la propria verità sulla pelle di altri
di Aldo Carpineti
Sono sempre stato assolutamente contrario alla pena di morte. Non soltanto perché esclude la possibilità di riparare ad errori giudiziari, ma anche considerando che infliggere la morte ad una persona alla fine di un ragionamento sia una vera barbarie.
Anche quando furono giustiziati criminali della specie di Saddam e Ceasescu fui preso da una sorta di amarezza profonda, constatando che l'uomo potesse ancora giungere a simili risoluzioni. Che governi cosiddetti civili decidessero di interrompere il respiro di un essere umano che un attimo prima parlava, si muoveva e viveva. E ciò benché colpevole delle maggiori nefandezze. Insomma penso che togliere scientemente la vita ad una persona sia un atto che non sia mai lecito compiere.
A volte non si uccide con la camera a gas, la sedia elettrica o la ghigliottina. Ma si tengono comportamenti verso qualcuno che lo squalificano agli occhi della gente. E ciò può avvenire per iniziativa perversa e inaccettabile di soggetti senza scrupoli, che hanno forte potere di convincimento e di intervento sulla gente. Qui, pur non privando nessuno della vita fisica, ci si rende colpevoli di togliere agli occhi di tutti la dignità di una persona, il diritto di questa di vivere in un contesto sociale giusto ed equilibrato.
Non è la morte fisica, ma è quella morale. Ugualmente inaccettabile. Soprattutto quando questi interventi vengono fatti passare per realizzati a fin di bene, generale, e della stessa persona scelta come bersaglio. Individuare la assoluta illiceià di questi inqualificabili comportamenti, spesso compiuti non con un solo atto ma con una serie illimitata, è dovere di ciascuno di noi, per ristabilire la verità anzitutto, e poi per evitare che questi soggetti dalle pulsioni di bassissimo profilo continuino a nuocere.
Mercoledì 15 settembre 2021