quanto viviamo anche inconsciamente
Senza la presenza dell'uno e dell'altro, condizione umana improponibile
di Aldo Carpineti
Caratteristica del mondo e di noi stessi umani è il movimento. Mi pare si possa dire che nulla rimane statico, che il movimento è perenne e continuo in ogni cosa.
Per quanto riguarda gli aspetti dell'uomo il moto è rappresentato ed anche spinto dall'alternarsi del bene e del male. La nostra sensazione di vivere una situazione migliorabile infatti ci induce a muoverci, a non tenere un atteggiamento statico, a compiere continui atti che hanno come fine una condizione migliore successiva. Questo è il senso del vivere.
Quasi per paradosso, il male ci è necessario per superarlo e raggiungere uno status preferibile per noi. Connaturati come siamo al movimento, ciò che lo produce determinando una spinta in noi è proprio la sensazione che almeno qualcosa di quello che stiamo vivendo, in qualsiasi momento, può essere modificato in meglio.
Non è neanche da dire che la staticità sia da fuggire. In realtà la staticità non esiste in natura. Tutto si modifica tutto si trasforma e quanto determina la trasformazione di ogni essere umano è, oltre al naturale processo di invecchiamento, non volontario e non controllabile da noi, anche il movimento volontario non rifuggibile e non evitabile. Questo almeno è vero in una condizione di normalità di vita; chi per una malattia o per un incidente viva uno stato vegetativo di immobilità soffre pene indicibili. Ci sono infatti anche le situazioni patologiche, quelle in cui il male ci sfugge di mano e non può più essere trasformato in bene.
La mescolanza del bene e del male rende spesso non distinguibile l'uno dall'altro. Difficile estrapolare che cosa è bene in assoluto e che cosa in assoluto è male. La realtà offre infatti condizioni in cui raramente si può distinguere senza dubbi quanto è male da quanto è bene: e sempre tutto può essere osservato da diverse ottiche e punti di vista che di volta in volta rappresentano quanto di influsso le cose abbiano su ciascuno di noi. Male infatti è relazione: è quanto la nostra sensibilità fisica e psicologica recepisce come negativo o peggiorativo.
Muoversi è indispensabile alla nostra natura, ed essa per questo ci presenta situazioni migliorabili che noi, avendo bisogno di riferimenti certi, chiamiamo male. In realtà la vicenda umana non potrebbe neanche proporsi ed esistere senza l'avvicendamento delle due condizioni.
Giovedì 17 febbraio 2022