Retrospettiva di Francesco Messina
Prodigi e bellezza. Centoventi opere a centoventi anni dalla nascita di Francesco Messina
di Maria Grazia Dapuzzo
Si è conclusa domenica scorsa una retrospettiva su Francesco Messina a Vercelli che si è svolta in diverse sedi: ex Chiesa di San Marco, Arcivescovado e all'esterno dell'ex Chiesa di San Vittore.
La mostra, dal titolo «Francesco Messina prodigi e bellezza. 120 opere a 120 anni dalla nascita», ha compreso grandi marmi, molti bronzi fra i quali i ritratti di Lucio Fontana, Salvatore Quasimodo e tanti altri, mentre tra le danzatrici erano presenti i ritratti di Carla Fracci, Luciana Savignano e Aida Accolla. Molto interessanti nella loro risoluzione le opere dipinte.
Nella sezione dedicata ai cavalli, c'erano i bozzetti dei quattro cavalli per la quadriga realizzati nel 1941, si trattava di una grande opera che era destinata al prospetto del palazzo dei Congressi nel Quartiere EUR di Roma e che non fu mai realizzata a causa della guerra.
Nella mostra è stata ricordata, con riprese fotografiche, l'opera del grande cavallo morente modellato nel 1966 per il Palazzo della Rai di Roma.
Nelle preziose sale del Palazzo dell'Arcivescovado sono state sistemate le opere religiose: come ad esempio Giobbe ignudo e inginocchiato del 1933, Adamo ed Eva del 1956, la deposizione che ricorda la Pietà Rondanini, i bozzetti per le formelle di bronzo dorato per Santa Caterina (le formelle si trovano sugli spalti di Castel Sant'Angelo a Roma) e il bozzetto di bronzo per il monumento di Pio XII nella Basilica di San Pietro.
Francesco Messina è considerato uno dei maggiori scultori figurativi del Novecento italiano; a Lui sono state dedicate mostre personali importanti, da ricordare quella del suo esordio a Milano nel 1929 presentata da Carlo Carrà e le sue presenze a varie Biennali di Venezia.
«Le sue opere figurano nei più prestigiosi musei del mondo: Berna, Zurigo, Göteborg, Oslo, Monaco di Baviera, Parigi, Barcellona, Berlino, San Paolo del Brasile, Buenos Aires, Venezia, Mosca, San Pietroburgo, Vienna, Washington, Tokyo.»
Scrive Sandro Parmiggiani «Francesco Messina si colloca nella linea italiana della grande scultura del Novecento che, come scrive Antonio Paolucci, si dipana da Wildt, attraverso Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Messina stesso, fino a Giuliano Vangi». Salvatore Quasimodo, amico di una vita, lo definì «spirito apollineo e meditativo».
Nota biografica: Francesco Messina nacque a Linguaglossa (Catania) il 15 dicembre 1900 da una famiglia molto povera. A Genova, studiò e si formò artisticamente nelle botteghe genovesi e all'età di trentadue anni si trasferì a Milano, dove morì il 13 settembre 1995.
Mercoledì 2 marzo 2022