brindiamo insieme, se volete
L'ottimismo pieno non è temerarietà ma non porsi limiti inesistenti
di Aldo Carpineti
Oggi (12 ottobre) è il mio compleanno, ho un anno in più, e così mi sento di essere persino un po didattico (come formatore non come Maestro). Una signora, stamattina a colazione, mi ha chiesto: Sono 18?
Eh no - ho confessato a malincuore - sono 19, e li porto anche maluccio. La signora ha fatto segno di no ma, sono certo, esagerava in complimenti...
In realtà, in tanti anni di vita, anche in virtù di un po di capacità da autodidatta, qualcosina ho imparato. Per esempio che il vino, oltre ad essere oltremodo gradevole, soprattutto se di quello buono, è tanta parte della tradizione e della cultura italica. Anche i Latini, che non erano per niente fessi, avevano in gran considerazione pane, vino, miele... prodotti alimentari come zucchero, cacao, thé, riso, per quanto pregevolissimi, sono venuti dopo, da terre diverse.
E il gotto, il boccale, per qualcuno l'ombretta, hanno fatto parte sempre del senso da dare alla vita antica, contadina, quella genuina dei campi, della terra. Un piatto caldo, secondo quanto imposto da geografia nativa, poteva essere polenta o minestrone oppure pasta anche della più umile, assieme a un buon bicchiere (colmo fino all'orlo) non mancava mai su nessuna tavola.
Un bene prezioso e godibile, dunque, da non paragonare nemmeno lontanamente a quello del fumo, di qualsiasi specie. Sigarette, anche queste di importazione tardo-americana come il chewing goom. Nessuna antica radice qui da noi, ma anche, almeno a mio giudizio, un piacere scadente. Bere un barolo, un chianti, un vermentino, un castelli di jesi o un nero d'avola trovo sia una soddisfazione da non perdere; fumare sigarette mi sembra sostanzialmente una porcheria ed è perciò che ho smesso, anche senza troppa fatica, a 31 anni. La pipa forse sì, qualche significato può averlo; è spesso legata ai migliori momenti di tranquillità, alle comode pantofole e alla giacca da casa delle ultime ore della sera, alla meditazione pacifica. Per quanto mi riguarda non ne ho abitudine, però tutto sommato può avere aspetti non disprezzabili.
Come in ogni cosa, nel bere non bisogna esagerare. Persino pleonastico e noioso ricordarlo. Appartiene alla sfera delle scelte che ognuno concede a se stesso, al proprio equilibrio di vita. Metà bicchiere pieno e l'altra metà anche è, a tutta evidenza, una metafora, mi pare anche abbastanza calzante, per significare che porre limiti aprioristici, di partenza, al proprio ottimismo non giova quasi mai. Se sono oggettivamente giustificati allora sì, ma altrimenti, perché privarsi delle migliori speranze? Quella che normalmente chiamiamo prudenza può anche starci, nel senso di non trascurare le cautele del caso, ma lo scarso coraggio, il temporeggiare senza ragione (Fabio Massimo Cunctator aveva i suoi buoni motivi), il rinvio per pensarci, addirittura prendere decisioni tardive sono atteggiamenti da non frequentare. Altra cosa è la temerarietà, è intuitivo.
Giornata di genetliaco, o come più famigliarmente e meglio si dice, di compleanno. Brindo molto volentieri insieme a tutti quelli che lo vogliano fare con me. A ciascuno la scelta del vino prediletto. Auguri anche a Voi Tutti: il coniglietto di Alice nel Paese delle Meraviglie festeggiava il non-compleanno, così poteva farlo tutti i giorni... Ciò che importa è festeggiare, in qualsiasi modo lo si preferisca.
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Mercoledì 12 ottobre 2022