sapere, fare e far sapere
Le tecniche di incisione più amate sono principalmente la xilografia e la linoleografia, trattate in vari modi per ottenere un mix di rigore espressivo e creatività, oltre alla realizzazione di libri d'artista e installazioni
di Maria Grazia Dapuzzo
Sino al 20 settembre è possibile visitare la mostra «Sapere, fare e far sapere» di Silvio Pozzati, alla Nisolina Art Space in Lu Monferrato; si tratta di una raccolta di grafiche ispirate a selezionati esempi di arte polacca del 20° secolo - supporto esplicativo alla mostra e tesi di Dottorato di ricerca in Arte.
Silvio Pozzati spiega il suo lavoro come segue:
Ho realizzato questo breve supporto per accompagnare la lettura e l'interpretazione dei dodici lavori eseguiti a corredo del lavoro analitico e conoscitivo del PhD, discusso nel dicembre 2022 presso la facoltà di Arte dell'Università Tecnologico-Umanistica di Radom (Polonia).
Innanzi tutto devo precisare che la mostra non rappresenta che l'ultima parte del lavoro svolto, la cui valenza è soprattutto di natura culturale e di ricerca metodologica in campo artistico, con auspicabili ricadute sulla didattica a livello accademico.
Lo scopo che intendevo perseguire, attraverso la ricerca, verteva sulla rielaborazione in forma grafica originale di alcuni qualificati esempi di arte visiva polacca del XX secolo.
Definire i criteri per la scelta dei lavori e degli artisti ha rappresentato il primo passaggio da affrontare.
Pertanto, contestualmente all'esplorazione del panorama artistico polacco del XX secolo, ho cercato di realizzare un percorso parallelo all'usuale metodologia di apprendimento basata sullo studio dei testi e sull'osservazione diretta delle opere. Ho pensato, quindi, di acquisire informazioni e pareri sull'arte di quel periodo, mediante la realizzazione di un questionario che permettesse di ottenere un contributo di conoscenze integrativo, attraverso le risposte date da esperti polacchi, qualificati in ambito artistico, didattico e storico-critico.
Posso dire che non è stato affatto semplice scegliere tra i contributi che mi sono stati forniti. Dovendo esporre un criterio generico, posso dire che, in primis, ho cercato di privilegiare opere di artisti che mi sono state segnalate in funzione dell'evidente impatto emotivo che ho ricavato dalla lettura delle risposte. Solo in un secondo tempo, ho voluto vedere le riproduzioni delle opere segnalate per avere conferma della loro portata espressiva.
Nelle pagine seguenti è possibile visualizzare una riproduzione dell'opera originale di riferimento e rielaborazione grafica finale. Le immagini sono accompagnate da alcune mie frasi, estrapolate dalla tesi di dottorato. In aggiunta, ho ritenuto istruttivo corredare il presente con una sintesi del progetto delle grafiche che ho realizzato.
Il documento integrale della tesi di Dottorato in Italiano è disponibile per la consultazione durante la mostra.
… L'essere stanziale del contadino si misura con altri pensieri, che si fanno spazio tra i problemi e la fatica del lavoro nei campi, legati al viaggio, alle partenze e ai ritorni come parti necessarie e inscindibili della vita.
… Nel mio lavoro la scelta della rappresentazione parte da una veduta «a volo d'uccello», sono le cicogne a guardare la terra e l'umanità, in basso. Noi possiamo immedesimarci in loro oppure sentire il loro sguardo su di noi mentre passano. Sentiamo i loro richiami, mentre comunicano; commentando i cambiamenti dei luoghi o, forse, riconoscendo qualcuno o qualcosa, cercando il loro nido abbandonato da ricostruire.
Tutto questo mentre noi, giù in basso, possiamo solo sperare che le cicogne si posino anche questa volta tra le nostre case, sui camini in disuso e sopra ai pali della luce elettrica. …
… Andando a rivedere la sua produzione artistica, la rassegna di personaggi tratti dalle fiabe, dalla realtà grottesca della vita di strada o, ancora, dal mondo del circo e del teatro rappresenta una costante dei suoi lavori.
Ancora più evidente appare il rapporto tra il reale e l'immaginario, l'intreccio tra realtà, fantasia e l'apparente assurdità del comportamento umano. …
Una chiave interpretativa, che intendo suggerire, attiene alla mia concezione dell'etica del lavoro e, implicitamente, alla rappresentazione in chiave ironica di chi svolge un'attività «protetta» e/o «assistita»… il rischio concreto di involvere e trasformare l'arcaico, nobile mestiere del contadino e dell'allevatore, in un lavoro come qualsiasi altro, governato dalla speculazione insita nella logica del profitto e dalla noncuranza per l'ambiente. …
… Ho immaginato un labirinto composto dalle «sue» forme e un tentativo di fuga, attraverso quel luogo creato e, quindi, intimamente noto, «solamente» da e per Lei.
Come un nascondiglio nel quale rinchiudersi per isolarsi, recuperare le forze e sfuggire alle insidie di chi, compagno di vita reale e di «utopia», le si accaniva contro. …
… Nella mia intenzione, per Katarzyna Kobro (come per tutti coloro che vedono nell'arte una via di salvezza, di riscatto e di rinascita), la fuga rappresenta un modo di prendere le distanze per sopravvivere e per poter tornare ancora, come attrice protagonista dell'arte internazionale del suo e del nostro tempo, così come possiamo vederla chiaramente oggi. …
… Sono le tematiche della libertà di pensiero e di espressione, della realizzazione personale, del diritto ad avere parità sessuale e a poterla vivere in modo appagante al di fuori dei canoni imposti dalla società. …
… Il mio lavoro vuole rappresentare l'alchimia di una relazione, che si realizza se la situazione di partenza dei rispettivi soggetti è costituita dalla specifica unicità dei soggetti che la compongono. …
… Modzelewski brevettò il progetto della poltrona nel 1961. Le Corbusier era interessato ad acquisire il brevetto per poter produrre la sedia in Francia ma questo intendimento non si è mai materializzato a causa della contrarietà del regime polacco di quei tempi. …
… Ho voluto suggerire una certa ambiguità nell'interpretazione, unita a un senso di frivolezza e di indolenza. Una rappresentazione che ammicca ad atmosfere languide, dove il tempo scorre pigramente e viene espresso in modo vagamente «liquido», richiamando il pensiero di Zygmunt Bauman, per sottolineare il carattere internazionale, precursore dei nostri tempi e modernissimo di quest'opera. …
… Davanti all'opera di Józef Gielniak percepisco un concentrato di frustrazioni, di smarrimento di fronte al destino che la vita ci riserva, ma anche una volontà di testimoniarlo, di essere comunque protagonisti del proprio tempo e della propria esistenza. …
… Avrei voluto che la combinazione finale tra gli elementi utilizzati potesse suggerire un senso di ambiguità, generare un dubbio interpretativo nell'osservatore. Ho collegato la composizione originale ad un turbine, o meglio a un vortice sensoriale in cui prende forma una immagine di cibo sopra un tavolo apparecchiato. …
… L'opera si sviluppa attraverso l'inclusione del fruitore, il messaggio viene decodificato e assimilato attraverso un processo empatico, di immedesimazione nell'atmosfera fatta di stimoli percettivi e sensoriali. Il suo lavoro seduce, ammalia, avvolge e riscalda il cuore; fa comprendere il senso dell'essere parte dell'umanità su questa terra. …
… Queste sensazioni risultano più intense quando sono impiegati i materiali più grezzi e primordiali, le fibre tessili ricavate dalla natura o dal riciclaggio di manufatti preesistenti. …
... In generale, i suoi lavori costituiscono, per me, potenti icone contemporanee della vita interiore. Composizioni in cui lo spazio si concentra sui soggetti per dilatarsi ed esplodere oltre i limiti della superficie pittorica. …
… La ricerca di un corretto equilibrio compositivo e cromatico ha dovuto necessariamente passare attraverso la successiva fase di restituzione grafica. La difficoltà tecnica, in questo caso, è stata quella di dover tenere conto delle qualità e dei limiti della xilografia. …
… L'opera che ho considerato è del 1970. Nonostante sia stata realizzata parecchi anni dopo il periodo bellico, essa si riferisce a un fatto avvenuto durante le fasi della seconda guerra mondiale. Trattasi di una deportazione «alternativa» ma ugualmente disumana, patita dalle comunità polacche che vivevano al confine con la Bielorussia. …
… Po_land è il titolo che allude alla terra del Po, oltre che, ovviamente, alla Polonia. … Il mio lavoro prende spunto dalla visione originale, così carica di ricordi funesti, per trasformarla in una rappresentazione più contemporanea, ma non meno inquietante....
… Una percezione con connotazioni negative, pessimistiche, della ragione umana di fronte al caos che essa stessa ha generato. Nemmeno i dati, i simboli e i numeri suggeriti dal titolo possono aiutare l'osservatore: sono neutri, scorrono sullo spazio pittorico come le cifre dei totalizzatori delle scommesse o degli indicatori di borsa. …
… L'insieme delle immagini e dei possibili significati del mio lavoro mescola tra di loro alcune riflessioni che ho sviluppato in questi anni di permanenza in Polonia. Similitudini e differenze tra il mio paese d'origine e quello di adozione, che ruotano sul concetto di religione, di tradizione, di rispetto della donna e sui differenti modi di essere e di apparire della gente che ho incontrato. La condizione femminile, tra questi temi, mi ha particolarmente interessato. …
… La sua perseveranza nel costruire un teatro di ricerca, l'inflessibilità nel rivendicare l'autonomia delle scelte artistiche rispetto alle ideologie e al potere sono connotazioni coraggiose e importanti del suo lavoro.
Un altro aspetto che mi ha sempre colpito della sua arte è l'esercizio costante della curiosità verso linguaggi alternativi, che rappresenta per me un insegnamento da mettere in pratica in ogni occasione. …
… I burattinai - invece - siamo noi, spettatori e protagonisti delle nostre vite. Siamo attori sul palcoscenico del destino che, di volta in volta, subiamo e decidiamo con le nostre scelte personali, più o meno consapevoli. …
... Sono stato affascinato dalla sua apparente semplicità e dal lirismo che emanava, dal suo impianto grafico essenziale che si stagliava su un gioco di gradazioni del colore blu. Ho iniziato a riflettere su quest'opera e, al contempo, continuando la ricerca sull'autore, ho trovato un collegamento con un'altra opera, che mi ha incantato per la sua essenzialità. …
… Ancora prima che l'uomo abbia realizzato di far parte di quel contesto, l'animale cerca istintivamente di esplorarlo, mentre il soggetto umano tenta, con un riflesso inconscio, di frenarne il movimento, per tentare di valutare razionalmente se sia il caso di seguire l'impulso di avventurarsi in quello spazio che gli si apre davanti o restare in contemplazione di quel blu. …
Silvio Pozzati nato in Italia nel 1958, attualmente artista e curatore di mostre in Italia, Polonia e all'estero, ha tenuto mostre personali e collettive in Italia, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Bulgaria, Serbia, Repubblica Ceca, Macedonia del Nord, Turchia, Gran Bretagna, Grecia, Romania, Russia, Corea del Sud, Lussemburgo, Canada, Brasile, Estonia e Australia.
Alcune delle sue opere si trovano nella collezione del Museo Nazionale di Kazan, Russia, presso la Galleria di Belle Arti Contemporanee di Niš, Serbia, presso il Museo d'Arte di Varna, Bulgaria, nella collezione della Fondazione Ciec di Betanzos, Spagna, presso i Musei della Città di Ł odze la collezione dell'Accademia di Belle Arti di Ł odz, in Polonia; altre ancora si trovano in numerose residenze e collezioni private.
Le tecniche di incisione più amate sono principalmente la xilografia e la linoleografia, trattate in vari modi per ottenere un mix di rigore espressivo e creatività, oltre alla realizzazione di libri d'artista e installazioni, nonché di oggetti-scultura in legno oppure con materiali di recupero.
La sua attuale ricerca artistica è focalizzata sullo sviluppo di temi sociali e interpersonali, strettamente legati alla Storia dell'Arte, ma anche su storie di fatti e ricordi, più o meno realistici.
È costantemente alla ricerca di relazioni tra fatti vissuti o immaginati e la loro espressione artistica.
(Cliccare sulle foto per ingrandirle).
Mercoledì 17 settembre 2025