Genova | i lutti e le distruzioni delle inondazioni
Con chi prendersela se non con chi governa la città? Genova tuttavia ha una lunga storia di disattenzione al problema e gli attuali politici ed amministrativi hanno ereditato una situazione già degenerata
di Aldo Carpineti
Piove governo ladro, si diceva un tempo. Oggi la frase è caduta in disuso ma la rabbia dei cittadini colpiti dall’alluvione si indirizza ancora e soprattutto verso i governanti, quelli locali in particolare, rei di non aver saputo evitare disastri e tragedie.
Andrebbe tenuto in considerazione che il dissesto territoriale ed urbanistico cittadino genovese affonda radici in tempi assai lontani. La progressiva eliminazione della flora e dei muschi sulle nostre alture ha provocato scivoli velocissimi dell’acqua verso la città. La stessa struttura cittadina difficilmente può essere modificata se non attraverso stravolgimenti urbanistici ben difficili da realizzare soprattutto nel breve periodo. Di conseguenza, oggi, non è facile per un sindaco eletto neanche da tanto tempo trasformare la città in modo che la stessa possa da un momento all’altro andare esente da danni, perdite e disagi, anche nella considerazione della cronica mancanza di fondi nelle casse comunali
Se le modifiche alle strutture ed alle infrastrutture cittadine fossero state adottate a partire almeno da quarantacinque anni fa, quando i danni da inondazione cominciavano ad apparire di seria portata; e si fosse, poi nel tempo, attuata una politica territoriale di mantenimento in sicurezza, il compito della attuale classe politica apparirebbe meno strenuo.
Nel corso dei decenni, invece, ben poco si è fatto perché Genova assumesse una conformazione geografica almeno un poco più sicura. Gli attuali governanti, ed il sindaco in testa, hanno ereditato una situazione pregressa che sanare dall’oggi al domani appare non realistico perché diffusa ad un’intera città di 600.000 abitanti e ad una conformazione strutturale geografica ed urbanistica delle più complesse.
Certo dai nostri amministratori potevamo attenderci qualcosa di più di frequenti dichiarazioni di all’erta, spesso colpite dal sospetto di essere modi per andare esenti da responsabilità. Ben poco d’altro hanno saputo tirar fuori in termini di provvedimenti: loro stessi hanno, peraltro, con lodevole senso di responsabilità, ritenuto di non dimettersi e rimanere ai propri posti per non far cadere la città nell’ingovernabile.
Chi va controcorrente e spezza una lancia in difesa dei politici ed amministratori locali subisce spesso le ondate violente del riflusso della più diffusa opinione pubblica. Eppure è forse vero che il sindaco Doria o chi per esso potessero disporre di ben poche chances per evitare i disastri di precipitazioni senza precedenti. Quando la natura si scatena, raramente è possibile metterle un freno. E lo si vede anche in altre parti della nostra Italia e del mondo intero, dove i danni raggiungono entità incalcolabili anche in termini di perdite di vite umane.
Piuttosto non apparirebbero giustificabili ritardi e dimenticanze a livello nazionale e regionale nel predisporre gli aiuti per gli alluvionati. Burlando ha chiesto una cifra importante per le ricostruzioni, staremo a vedere quanta voce in capitolo abbia nelle stanze dei bottoni, e se gli ambienti romani potranno essere dell’opinione di venire incontro a quei genovesi rimasti privi di ogni loro bene.
Domenica 23 novembre 2014