Genova | Gronda si gronda no un tema quasi kafkiano

A Genova nodi al traffico subcittadino sono

motivo di mancato sviluppo economico locale

Il terzo valico, la gronda, gli impianti eolici: urge un sollecito intervento coordinato che assicuri viabilità su gomma e su ferro per evitare un default e, contemporaneamente, una caduta delle condizioni ecologiche

di Aldo Carpineti

Marco Doria
Marco Doria

Non se ne parla più da tempo. Che la priorità fosse il terzo valico è sempre stato palese, tuttavia nulla giustifica che il discorso sulla Gronda passi così ingloriosamente in seconda linea.

Anzi, logica vorrebbe che l’una e l’altra opera andassero di pari passo allo scopo di essere insieme di aiuto a quegli sbocchi verso le regioni italiane nord-occidentali che paiono le sole soluzioni atte a smuovere ulteriormente la dinamicità del porto in questo momento, per fortuna, piuttosto vivace.

Gli sbocchi verso Piemonte e Lombardia rappresentano oltre ad una valvola di sviluppo dei traffici, l’apertura all’approntamento di nuove aree funzionanti da banchine per il porto su spazi immediatamente a ridosso del territorio genovese. Uno sfogo ed uno sbocco naturale per i movimenti portuali e la ricettività dello scalo.

Ma il problema della Gronda, una imponente opera stradale ed autostradale che insisterebbe nell’estensione del suo maggiore progetto dalle zone della Valpolcevera fino a quelle di Genova Est, è sempre stata considerata dalla classe politica e amministrativa con una prudenza anche troppo marcata; persino dal sindaco, che ha nominato a più riprese commissioni tecniche con il compito di dare una soluzione al dilemma e che, in un caso poi subito messo da parte, ipotizzò persino il ricorso al referendum.

Pomo della discordia è la considerazione maggiore o minore che si possa dare all’impatto antiecologico della colata di cemento della Gronda sui territori interessati. Si è detto, da una parte che a Genova ormai mancano sufficienti spazi verdi, compresi nell’ambito strettamente urbano o facenti confine all’agglomerato cittadino. Si è detto che altro cemento soffocherebbe la città e sarebbe ulteriore motivo di pericolo in occasione delle piogge. D’altra parte, rispondono, il soffocamento è proprio un fatto di ora, dovuto alle scarsità delle vie di spostamento da Genova su gomma e su ferro.

Un dilemma che non giustifica l’attuale stallo delle decisioni. In un modo o nell’altro è necessario scegliere soluzioni per dare un’impronta razionale ed il più possibile definitiva ad un problema che non può attendere ancora tentennamenti. Oltre tutto, è proprio di questi giorni la notizia secondo cui installazioni di impianti eolici potrebbero portare ulteriori problemi di convivenza ai progetti. 

Un coordinamento completo, attivo e determinato appare indispensabile ed urgente, sulla base del quale si possano prendere decisioni razionali e rapide al tempo stesso allo scopo non rinunciabile di garantire gli immediati sviluppi dell’economia e del benessere cittadino.

Giovedì 18 dicembre 2014