Capitolo XXXIX

La casa con le vetrate

Tre famiglie della borghesia medio-alta ed alcuni personaggi non di contorno vivono amori, amicizie e professioni scambiandosi confidenze ed affetti; si può considerare un romanzo di costume figlio di un certo cinema francese degli anni ’70 cosiddetto confidenziale o intimistico di cui Michel Piccoli è rimasto l’interprete più significativo insieme ad un giovane Gérard Depardieu.
Il racconto si sviluppa nella periferia toscana ma, pur nella attenta e particolareggiata descrizione dei paesaggi, potrebbe avere ambientazione ovunque per la universalità dei temi trattati. Si osservano qui gli animi umani nelle loro relazioni geometriche più sottili e complesse e si fanno oggetto di una trama che si snoda in situazioni molto vicine alla realtà e particolarmente aderenti al mondo di oggi. La casa, che compare fin dalle prime battute del romanzo, ha un chiaro significato allegorico. Questo romanzo, il più conosciuto fra quelli di Aldo Carpineti, è stato scritto in parte nell’ultimo anno del periodo toscano dell’autore e per il resto contemporaneamente al suo rientro a Genova.

Aldo Carpineti

Aldo Carpineti
È nato a Genova il 12 ottobre 1949. Dopo la gioventù genovese, liceo Classico e laurea in Giurisprudenza ha fatto del cambiamento un modo di vivere; si è spostato per lunghi periodi nel Veneto e nelle Marche, tre anni a La Spezia, sedici in Toscana, per poi fare ritorno ogni volta alla vegia Zena. Prima sottotenente di vascello in Marina, poi funzionario aziendale nelle relazioni industriali, è stato anche manager di gruppi professionisti di musica classica, barocca, jazz. Ha pubblicato Stanzialità e Transumanze (2003) riflessioni in epigrammi su argomenti di varia natura, Finestre su Paesaggi Miei (2004) due racconti di cui il secondo è un noir, La casa con le vetrate (2006), Un amore Maturo (2012). Fra tutte le cose che fa abitualmente non c’è nulla che gradisca quanto sedersi al tavolino di un caffè o di un ristorante in compagnia della figlia Giulia.

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Dic 31

Capitolo XXXIX

Capitolo Trentanovesimo

di Aldo Carpineti

capitolo trentanovesimo

Così trascorrevano le cose del mondo, di moto proprio, senza bisogno di qualcosa o qualcuno che le sospingesse. Nicole riviveva moltiplicati entusiasmi nella mai interrotta staffetta fra Borgo della Vittoria e Viareggio; Giovanna ed Andrea, presi dagli impegni di insegnamento a scuola e di consulenza in cartiera, riuscivano comunque a coltivare, nel loro privato quotidiano, ineffabili trasporti e terreni sussulti che mettevano a dura prova le travi portanti della sofferta relazione; Giorgio aveva aggiunto al suo tradizionale ruolo di legale quello di avvocato di gestione o d’affari, prestando i propri servigi a favore di alcune aziende della zona industriale di Sant’Agostino a Pistoia, cosicché si era vestito dei panni del freddo businessman ancor più di quanto lo fosse prima della separazione; Angela e Federico, per la loro attività intermediatoria, mettevano a punto modalità di promozione diretta cercando di raggiungere quanti più cittadini possibile attraverso la collaborazione di giovani col metodo dell’informazione porta a porta; e insistettero nel tentativo anche se la tecnica usata sollevava non poche proteste da parte di quelli che si ritenevano disturbati da questa intrusione nella propria quiete domestica. Valentina, Luca, Roberto e Leonardo crescevano e cambiavano in fretta le modalità della loro vita di relazione.

“Valentina - domandò una volta Leonardo a sua sorella – quando vedo il babbo, mi dice sempre quello che devo fare e come; non dice mai che mi vuole bene: credi che me ne voglia ancora?” “Sono sicura di sì – fu la risposta – ma lo dà per scontato. Il babbo, sai, è fatto a modo suo, crede che esprimere i propri sentimenti sia una debolezza e non una forza”. Valentina giudicò sintomatico che Leonardo avesse fatto quella confidenza a lei piuttosto che alla mamma.

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