Il giapponese Shozo Koike, casalese di adozione e la tecnica del Sumi-E dell'era Muromachi

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Genova | artisti al monferrato classic festival arte

Il giapponese Shozo Koike, casalese di adozione
e la tecnica del Sumi-E dell'era Muromachi

Ha esposto ai concerti del Monferrato Classic Festival di Sabrina Lanzi

di Maria Grazia Dapuzzo

Mattia Amato (pianista), Maria Grazia Dapuzzo e Shozo Koike
Mattia Amato (pianista), Maria Grazia Dapuzzo e Shozo Koike

Domenica 21 marzo si è tenuto il secondo concerto del Monferrato Classic Festival presso il Castello di Casale Monferrato, a porte chiuse, senza pubblico a causa del Covid19; i concerti previsti sono registrati e si potranno vedere in streaming tutti i mercoledì pomeriggio dalle ore 17 sul sito del Comune di Casale Monferrato www.comune.casale-monferrato.al.it/mcf21

In questo secondo concerto le musiciste Gloria Cianchetta (pianoforte) e Francesca Bonaita (violino) hanno suonato musiche di C. Frank, P.I.Tehaikovsky e Rosemblatt.

L'allestimento scenografico al concerto è stato realizzato con le opere del giapponese, casalese di adozione, Shozo Koike; nell'agosto 2020 avevo invitato Shozo, con le dovute precauzioni per il Covid19, a esporre le proprie opere in Vignale Monferrato nella Chiesa della Madonna Addolorata e una domenica pomeriggio, durante un concerto del Monferrato Classic Festival, Shozo aveva realizzato una pittura a inchiostro con la tecnica «Sumi-e».

L'artista Shozo Koike è nato a Okaya (Nagano) in Giappone e vive in Italia dai primi anni novanta del secolo scorso.

A Tokyo ha studiato presso l'Accademia di belle arti «Taiheiyo». Dopo un percorso lavorativo e artistico in terra nipponica, il desiderio di approfondire le conoscenze artistiche l'ha portato in Italia a studiare restauro; a Firenze si è diplomato all'Istituto per l'arte e il restauro «Palazzo Spinelli» e ha seguito il corso di disegno presso l'Accademia di Belle Arti.

La passione per l'arte occidentale ha portato Shozo Koike a vivere in Europa, ma l'essenza della propria anima l'ha riavvicinato alla tecnica giapponese di pittura a inchiostro «Sumi-e»; riscoprendo quest'arte tradizionale ha la possibilità di condividere e diffondere la sua cultura di origine.

«Pochi tratti d'inchiostro tracciati con il pennello su un foglio bianco, permettono di rappresentare qualsiasi soggetto. Si impara a cogliere l'essenza così com'è, svaniscono tutti gli altri pensieri e si lascia andare la mano in modo naturale».

Shozo Koike, dopo il lungo periodo fiorentino, si è trasferito in Piemonte a Casale Monferrato, dove ha fondato l'associazione culturale Yamato impegnata nella diffusione della cultura giapponese.

La pittura a inchiostro e la condivisione della cultura giapponese hanno portato Shozo Koike in giro per l'Italia, dove ha tenuto workshops e corsi presso musei, gallerie d'arte, associazioni ed eventi culturali.

Dagli anni ottanta espone le sue opere in mostre personali e collettive sia in Giappone sia in Italia, tra cui La Hina Gallery di Nishinomiya, Akane Gallery di Ginza-Tokyo, Galleria Galliavola a Milano e Palazzo Albere di Trento.

Shozo Koike ci spiega cos'è la tecnica del Sumi-E «Il termine giapponese Sumi-E, significa letteralmente: pittura (E) ad inchiostro (Sumi)».

«Questa tecnica nacque in Cina nel X secolo e fu introdotta in Giappone a metà del XIV secolo dai Monaci Zen, acquisendo una sua specifica identità e crescendo in popolarità, fino al suo periodo di massimo splendore, nell'era Muromachi (1338-1573)».

«È l’arte che rappresenta l'armonia del bianco e nero attraverso l'uso di pochi e semplici strumenti: inchiostro, acqua e carta. Senza l'uso del disegno si compongono immagini all'apparenza semplici, ma da cui traspare armonia ed eleganza. Dalla diluizione dell'inchiostro alla preparazione delle gradazioni, per finire con la creazione di un'immagine, un percorso dentro il mondo e la cultura del Sol Levante».

Ruten-Mutevolezza

«Le stagioni, la natura, lo spirito, la vita: tutto ha un continuo mutare. Il cambiamento come passaggio da un aspetto ad un altro, come rinascita e arricchimento. Come il fiore di loto che affonda le radici nel fango, ma risale per distendersi sulla superficie delle acque stagnanti ed affiorare per aprirsi in tutta la sua bellezza».

«Il rapporto con la natura è da sempre un elemento fondamentale nella cultura giapponese. Fiori e animali, rocce e fiumi, così come il paesaggio, posseggono un'anima e una natura divina, soggetti degni di veri e propri ritratti e non solo descritti come puro elemento decorativo. Attraverso le molteplici gradazioni dell'inchiostro la natura diventa poesia ed è raccontata con tutta la sua grazia».

«Viene così rivelata l'essenza dell'artista, la parte legata all'occidente dove ha scelto di vivere e la parte orientale, quella dell'anima».

Mercoledì 24 marzo 2021

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