Il Welfare Aziendale molto più che gli antichi benefits, l'Azienda si fa sociale

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Il Welfare Aziendale molto più che gli
antichi benefits, l'Azienda si fa sociale

La Costituzione già dal 1948 prevedeva per le imprese finalità sociali

di Aldo Carpineti

Commenda di Pré (Igor Belansky)
Commenda di Pré (Igor Belansky)

In tempi anche abbastanza recenti i benefits erano gestiti unilateralmente dal datore di lavoro. Egli, di propria iniziativa, concedeva vantaggi ai propri dipendenti al di là della retribuzione monetaria vera e propria, che si concretizzavano di volta in volta nella disponibilità di una mensa aziendale a prezzi simbolici o addirittura gratuita, nell'uso anche nel weekend a fini privati e famigliari della automobile utilizzata in settimana per scopi lavorativi; nonché diverse altre forme di agevolazioni. 

Dagli anni 2014 e 2015 sono intervenute leggi che, insieme ai successivi decreti ministeriali attuativi, hanno radicalmente modificato la materia. Nello specifico i vantaggi non sono più concessi dal datore di lavoro con iniziativa esclusivamente propria. Ma derivano da vere e proprie contrattazioni, da vertenze se vogliamo, tra la Direzione Aziendale e le rappresentanze Sindacali Aziendali. Accordi, dunque, cui partecipano le due parti attraverso incontri dedicati. 

I vantaggi che ne derivano sono evidentemente molto più corposi per i lavoratori che possono così usufruire di aiuti economici aziendali anche consistenti in materie di rilievo assai significativo come l'accesso alla sanità privata, sostegni per gli studi dei figli e per la assistenza ai genitori anziani, persino le pensioni integrative nonché per tutte quelle iniziative che vengano messe a confronto fra le parti aziendali e sulle quali esse trovino possibilità di incontro.

Impegni economici rilevanti dunque per le imprese, che vengono ad essere messe nella condizione di adempiere attraverso la possibilità di fare largo uso di sgravi fiscali. Senza i quali evidentemente tali spese non potrebbero essere sostenute.

In questo senso si può certamente dire che dopo una settantina di anni dalla promulgazione, la Costituzione Italiana trova nuova applicazione al suo art. 41, laddove si dice che la iniziativa economica privata è libera ma deve essere indirizzata a fini sociali. Vero infatti che mai come in questa circostanza la produzione viene ad assumere un rilievo centrale nella vicenda sociale del paese, sostituendo spesso funzioni che tradizionalmente erano state di competenza della mano pubblica. 

Un ruolo dunque di grande pregio e prestigio da sommare a tutti i moderni aspetti che le aziende private abitualmente curano nella prospettiva secondo la quale il benessere dei lavoratori e la migliore qualità della produzione e, in definitiva, la crescita dei profitti possono andare di pari passo. 

Martedì 6 ottobre 2020

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