P. Luigi Kerschbamer missionario: le Lettere. Presentazione generale scritta da Padre Luigi

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Genova | Lettere di un missionario: figlio dell'uomo, prepara i tuoi bagagli...

P. Luigi Kerschbamer missionario: le Lettere
Presentazione generale scritta da Padre Luigi

Prima della pubblicazione delle Lettere, una presentazione scritta dall'Autore

di Gutti Carpineti

Padre Luigi Kerschbamer presenta la missione
Padre Luigi Kerschbamer presenta la missione

LO SPIRITO DEL SIGNORE È SU DI ME

Ne sono trascorsi di anni da allora, quando prendevo in prestito dalla biblioteca scolastica i libri di storie di avventurieri e missionari, appassionandomi alle loro vite e alle loro imprese. Mai e poi mai avrei pensato che un bel giorno sarei stato uno di loro, attraversando per di più gli stessi luoghi dell’ America Latina o dell’Asia. Forse, nel cuore dalla fede ingenua e innocente di quell’ adolescente, che faceva il pastore sulle malghe trentine respirando solitudine e purezza, e pregava il Rosario contando le Ave Maria con le dita, il Signore socchiudeva già le porte della sua Strada. In effetti non c'è grazia più grande di questa nella vita: imboccare la strada giusta. Essa è condizione di felicità, di pace e di successo: una sconfinata possibilità di fare il bene, scopo primo della nostra vita.

Il Signore, si dice, supera sempre di una spanna i nostri buoni desideri. Ora, se dalle Alpi non mi ha portato alle piramidi (o perlomeno non ancora ), tuttavia mi ha portato dal paese Natale di Lauregno ( Bolzano ) al santuario della Madonnetta ( Genova ), nel seminario del piccolo Ordine degli Agostiniani Scalzi. Era il 1961. E come è andata a finire?

Le vie del Signore, si dice ancora, sono sempre infinite e le sue storie hanno qualcosa di divino. Ecco allora le tappe della mia formazione spirituale e dei miei studi: Genova, Marsala, Roma, Milano. Infine l'ordinazione sacerdotale nel 1974, a cui è seguita ben presto la grazia di incontrare il Rinnovamento nello Spirito, un altro ineffabile dono che mi accompagnerà per tutta la vita. Quel «prendi e leggi» di sant’Agostino, voce arcana udita là nel giardino di Milano sotto l’albero di un fico, si è ripetuta anche per me nel giardino della Madonnetta, al cospetto del mare: «Figlio dell’uomo prepara i tuoi bagagli ed emigra verso un paese straniero» ( Ez. 12,3 ).

Fu così che, nel 1978, sono partito come missionario alla volta del Brasile e, per diciassette anni, si è realizzata questa parola di Gesù: «Lo Spirito del Signore è su di me: mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista. Per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia» (Lc. 4,19). Ed ecco in successione le tappe della mia strada in Brasile: Ampére, Toledo, Nova Londrina. Tutte città del Paranà. Quanti giovani incontrati, quante famiglie riappacificate, quanti cuori rinnovati, quanti ammalati visitati, quanti poveri aiutati!

Nel 1993 ecco una nuova proposta da parte dei superiori dell’ Ordine: chi vuole essere il pioniere di una nuova missione nelle Filippine, che deve costituire come un trampolino di lancio per una nuova presenza degli Agostiniani Scalzi nell’evangelizzazione della Cina? Mi sovvenni in quel momento di un fatto lontano. Non avevo mai più dimenticato un invito vocazionale che, ancora ragazzo, mi era capitato fra le mani: «Bist du bereit, wenn Gott dich ruft?» Tu, se il Signore ti chiamerà, sei pronto? Mi sono detto: Perché no?

Ed eccomi qui nelle Filippine. Una strada che conta già tre tappe in tre diverse isole: Cebu, Butuan, Puerto Bello. È proprio vero che la felicità dell’uomo consiste soltanto nel compiere la volontà di Dio. La nostra breva vita è come un puzzle: bisogna trovare in ogni momento il pezzo giusto per metterlo al posto giusto. E così ho scritto subito una lettera ai miei superiori, dichiarando la mia disponibilità per la nuova missione. Per nove giorni ho messo la lettera sotto la tovaglia dell’altare, celebrandovi sopra la S. Messa; dopo l’ho spedita a Roma e la mia domanda è stata subito accolta.

Pochi giorni dopo, con i venti chilogrammi di bagaglio, che le compagnie aeree consentono ai passeggeri in viaggio verso l’Estremo Oriente, parto per le Filippine, lasciandomi alle spalle diciassette anni di nostalgia brasiliana. Ancora una volta Ezechiele mi è stato d’aiuto con le righe immediatamente precedenti a quelle dell’inizio della missione in Brasile: «La gloria del Signore andò a fermarsi sul monte che è ad oriente della città» (Ez. 11,23). Non è stato facile affrontare una nuova lingua e cultura, praticamente da solo. Ma no, da solo apparentemente, perché la grazia del Signore è sempre stata presente e generosa con me.

Di anni adesso ne sono già passati quattordici ed è stata una continua avventura di fede. Da un primo gruppetto di giovani si è passati ad un secondo, poi ad un terzo, ad un quarto e ad un quinto. Oggi sono oltre centocinquanta i giovani in formazione nei nostri tre seminari, che si preparano ad un impegnativo lavoro missionario, ed oltre una trentina sono già stati ordinati sacerdoti. Le parole che ci guidano sono sempre le stesse, dettate dal nostro sant’Agostino: «Ama e, ciò che vuoi, fallo pure!» La grazia di Dio apre alla nostra libertà spazi davvero sconfinati: il campo è immenso, c’è bisogno di altre forze, già si affacciano i giovani dall’Indonesia, dalla Cina, dal Pakistan e dall’India…La storia di Dio incalza ad andare sempre più avanti: giovani da tutte le direzioni dell’Asia ci stanno raggiungendo.

Ma non solo i giovani, anche i poveri. Evidentemente c’è speranza di vita nuova anche per i molti «poveri di Dio» che vivono intorno a Tabor Hill (così abbiamo chiamato la nostra montagna a Cebu: monte Tabor o della Trasfigurazione, secondo la profezia di Ezechiele). Come al «Pastoral Center» di Cebu, dove si aiutano le famiglie meno fortunate a trovare il modo di sopravvivere, così anche a Butuan (Isola di Mindanau) e a Puerto Bello (Isola di Leyte) adolescenti e giovani hanno la possibilità di studiare e di prepararsi con la preghiera e l’esercizio della carità alla vita consacrata e missionaria. La «città dei ragazzi» sta diventando una bella realtà sociale cristiana con laboratori per preparare i giovani alla vita: officina meccanica, panificio, tipografia, itticoltura ecc

Tutto questo con l’aiuto di amici e benefattori che, sia con l’aiuto finanziario sia con le adozioni a distanza sia sponsorizzando mini-progetti, ci permettono di realizzare questa grande missione cristiana e umanitaria. Il volontariato in loco, a tempi brevi e lunghi, la preghiera e l’amicizia: tutto è in linea con l’«Ama e fa ciò che vuoi!» (Sant’Agostino).

Mercoledì 24 febbraio 2021

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