Capitolo VI

Un amore maturo

In una laboriosa provincia lucchese si svolge la trama di questo romanzo breve, che vede in scena diversi personaggi protagonisti in diversi ruoli ma amalgamati in una comune ambientazione caratterizzata dagli stretti rapporti di affetto e dal lavoro. Le tematiche aziendali e della scuola ritornano qui come tipiche del vissuto di Aldo Carpineti, che non rinuncia a traghettare nei propri scritti esperienze attuali e passate della propria vita. Romanzo di costume anche questo informato alla quotidianità ed alle relazioni fra le persone, spesso complicate dalle vicende di questo o quell’altro personaggio ma redirette poi ad un lieto fine generale. Il mondo di oggi, le tensioni di chi lo vive nella varietà delle situazioni che offre pur nella tradizione di un’etica di fondo che non abbandona mai lo svilupparsi del racconto.

Aldo Carpineti

Aldo Carpineti
È nato a Genova il 12 ottobre 1949. Dopo la gioventù genovese, liceo Classico e laurea in Giurisprudenza ha fatto del cambiamento un modo di vivere; si è spostato per lunghi periodi nel Veneto e nelle Marche, tre anni a La Spezia, sedici in Toscana, per poi fare ritorno ogni volta alla vegia Zena. Prima sottotenente di vascello in Marina, poi funzionario aziendale nelle relazioni industriali, è stato anche manager di gruppi professionisti di musica classica, barocca, jazz. Ha pubblicato Stanzialità e Transumanze (2003) riflessioni in epigrammi su argomenti di varia natura, Finestre su Paesaggi Miei (2004) due racconti di cui il secondo è un noir, La casa con le vetrate (2006), Un amore Maturo (2012). Fra tutte le cose che fa abitualmente non c’è nulla che gradisca quanto sedersi al tavolino di un caffè o di un ristorante in compagnia della figlia Giulia.

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Set 24

Capitolo VI

Capitolo Sesto

di Aldo Carpineti

capitolo vi

Passarono tre o quattro settimane senza che Ezio incontrasse Agata e Bertrand: la pista dell’ippodromo Sesana rimase in manutenzione per il tempo di rigenerarla ed il cavallo con il numero 99 non fu presente alle gare successive; né la coppia si fece rivedere in trattoria. Incuriosito dall’accenno della donna a Tito Livio, Ezio che ultimamente aveva trascurato un po’ i suoi aggiornamenti storici approfittò del lunedì, giorno di chiusura del suo esercizio, e di pomeriggi senza impegni per rivedere periodi che gli pareva di non conoscere a sufficienza o di aver dimenticato. Non si privò neppure della presenza ad alcune lezioni universitarie a Firenze dove l’ingresso era libero e si insegnava del mitico arrivo di Enea nel Lazio nonché, in altra occasione, delle gesta di Odoacre che depose l’ultimo imperatore romano d’occidente Romolo Augustolo ma venne ucciso di propria mano da Teodorico, re degli Ostrogoti, che avrebbero poi retto per lungo tempo i destini dell’Italia.

Assistette anche, da parte di un terzo professore, alle spiegazioni circa i dissapori e gli scontri tra Napoleone e Madame de Stael che odiava di cuore il Bonaparte e scriveva contro di lui articoli durissimi e per questo suo atteggiamento conobbe l’esilio.

Si sorprese a fantasticare e a fare paragoni fra la scrittrice francese esule da Parigi e Agata, pure letterata, lontana una prima volta dalla sua Napoli quando aveva seguito i genitori risalendo l’Italia ed ora di nuovo pressata dalla volontà altrui ad andarsene da Lucca per l’Inghilterra. Pensò che certamente le radici sono remore forti agli spostamenti; lui stesso, che non aveva mai avuto occasione di prendere in considerazione trasferimenti dalla Toscana settentrionale, non sapeva come avrebbe potuto valutare per sé una tale evenienza. Così come fece la nobildonna francese lontano da Parigi, anche Agata, da persona intelligente quale era, avrebbe saputo rifondarsi una vita altrove; ma a quale prezzo? E come poteva Bertrand impostare il problema in termini così drastici, tanto da non lasciarle scelte senza sfumature? Certo quell’uomo era ancora abituato a ritenere che le ragioni maschili debbano prevalere senza discussioni, perché questi sarebbero gli equilibri del mondo e della società; sembrava non essere al corrente o non aver mai valutato nei giusti termini il cammino che la condizione femminile ha percorso negli ultimi decenni. D’altra parte pareva certo che Bert tenesse alla compagna più di quanto questa si sentisse legata a lui e la circostanza, se non altro, gli faceva onore.

Indubbiamente si trattava di una coppia piuttosto originale e stranamente assortita e trovare una soluzione alle diversità delle loro vedute non era affar da poco.

Insomma, per poterli giudicare sarebbe stato necessario conoscere meglio il loro menage e quali fossero i comportamenti reciproci nella loro quotidianità al di là del motivo di dissapore che li turbava in questo momento.

Lasciò perdere le considerazioni sulle dispute di Bertrand ed Agata concludendo che, in fondo, fossero fatti loro e si dedicò, nel tempo libero, alla lettura di un libro che trattava di Costantinopoli e della sua cristianità, rivelandone i segreti anche nelle loro incoerenze

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