Capitolo XV

Un amore maturo

In una laboriosa provincia lucchese si svolge la trama di questo romanzo breve, che vede in scena diversi personaggi protagonisti in diversi ruoli ma amalgamati in una comune ambientazione caratterizzata dagli stretti rapporti di affetto e dal lavoro. Le tematiche aziendali e della scuola ritornano qui come tipiche del vissuto di Aldo Carpineti, che non rinuncia a traghettare nei propri scritti esperienze attuali e passate della propria vita. Romanzo di costume anche questo informato alla quotidianità ed alle relazioni fra le persone, spesso complicate dalle vicende di questo o quell’altro personaggio ma redirette poi ad un lieto fine generale. Il mondo di oggi, le tensioni di chi lo vive nella varietà delle situazioni che offre pur nella tradizione di un’etica di fondo che non abbandona mai lo svilupparsi del racconto.

Aldo Carpineti

Aldo Carpineti
È nato a Genova il 12 ottobre 1949. Dopo la gioventù genovese, liceo Classico e laurea in Giurisprudenza ha fatto del cambiamento un modo di vivere; si è spostato per lunghi periodi nel Veneto e nelle Marche, tre anni a La Spezia, sedici in Toscana, per poi fare ritorno ogni volta alla vegia Zena. Prima sottotenente di vascello in Marina, poi funzionario aziendale nelle relazioni industriali, è stato anche manager di gruppi professionisti di musica classica, barocca, jazz. Ha pubblicato Stanzialità e Transumanze (2003) riflessioni in epigrammi su argomenti di varia natura, Finestre su Paesaggi Miei (2004) due racconti di cui il secondo è un noir, La casa con le vetrate (2006), Un amore Maturo (2012). Fra tutte le cose che fa abitualmente non c’è nulla che gradisca quanto sedersi al tavolino di un caffè o di un ristorante in compagnia della figlia Giulia.

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Ott 2

Capitolo XV

Capitolo Quindicesimo

di Aldo Carpineti

capitolo xiv

Neppure lui se lo sarebbe aspettato: più presto di quanto si potesse prevedere, Bertrand ricevette una e. mail che gli annunciava il suo ritorno in Italia. Certi suoi amici si erano messi in moto con inusitata efficacia e rapidità ed avevano ottenuto un risultato insperato, in termini di tempo di realizzazione. Non era stato possibile assegnarlo ad una azienda lucchese, né toscana, però Bert sarebbe andato ad Ancona in una società di medie dimensioni dove avrebbe avuto comunque nuove importanti responsabilità. Dal momento della notizia, gli erano concessi dodici giorni per organizzarsi e presentarsi nel capoluogo marchigiano. Nel giro di pochi mesi era passato dall’Inghilterra alla Romania ed aveva poi fatto rientro in Italia, pur in una azienda che non faceva parte del gruppo al cui interno aveva lavorato fino a quel momento: dal quale si staccava così definitivamente.

Fu Agata che si prese la briga, in un lungo week-end dalle condizioni meteorologiche difficili su tutto il centro-nord, di fare una trasferta nelle Marche per assicurargli un alloggio, in modo tale che il suo uomo non dovesse perdere tempo e denaro in alberghi o camere ammobiliate e potesse sistemarsi rapidamente. E seppe riuscire a trovargli una simpatica mansardina arredata, di circa quaranta metri quadrati e abbaino nella zona di Falconara Marittima, da dove Bert avrebbe raggiunto agevolmente il luogo di lavoro in macchina o in treno percorrendo non più di tre o quattro chilometri di strada, dal momento che l’azienda si trovava sulla linea Falconara-Ancona.

Questa soluzione professionale e logistica pareva a Bert, tutto sommato, assolutamente non disprezzabile, almeno per il momento, nella prospettiva, più tardi, di un ulteriore avvicinamento alla tanto agognata lucchesia; a maggior ragione perché per andare a trovare la sua Agata sarebbe bastato prendere l’intercity per Bologna-Firenze e spostarsi poi con il regionale a Lucca: usando l’auto, poi, avrebbe abbreviato di gran lunga il tempo di trasferimento.

Lasciando la Romania, Bertrand visse contemporaneamente due diversi stati d’animo stranamente mescolati: da una parte la soddisfazione di poter tornare a vivere le proprie abitudini di manager italiano, nato per la carriera ed il lavoro, preferibilmente a casa propria; dall’altra una sottile vena di malinconia nel lasciare luoghi e persone che lo avevano accolto e fatto diventare uno dei loro, senza chiedergli troppo in cambio; il timore, a livello quasi inconscio, di perpetrare un piccolo tradimento nei confronti di questa terra e questa gente che gli avevano restituito dignità e sorriso. Ma, una volta arrivato a Falconara e preso contatto con la nuova realtà, questi accoramenti, tutto sommato superficiali e legati al momento del distacco, sparirono in men che non si dica.

La mansarda era abbastanza comoda, anche se in corrispondenza del cucinotto il tetto inclinato fosse molto basso; non c’era la doccia ma un bagno a semicupio con acqua calda e fredda; un letto quasi raso terra appena sollevato dal suolo rendeva necessario rimboccare bene lenzuola e coperte perché non penzolassero a toccare terra. Una sala abbastanza ampia, al centro della quale era un tavolo a tre zampe, serviva per desinare e come studiolo. Attorno ad un mobilio sufficiente per le esigenze di Bert, facevano bella mostra di sé alcune piante nane che non portavano via troppo spazio, consentendo movimenti agili da una parte all’altra degli spazi vuoti nelle stanze.

Bertrand era arrivato a Falconara con un anticipo di due giorni rispetto alla mattinata in cui avrebbe cominciato il lavoro e dedicò gran parte del suo tempo ad aggiornarsi, tramite giornali ed internet sulla situazione politico-sociale che in quel momento si viveva in Italia; erano tempi di gravi scontri fra le istituzioni dello Stato, e la vita pubblica e privata ne risentiva in termini di aumenti a raffica del costo della vita e mancanza di sicurezza in campo economico e finanziario. Anche a livello sindacale, il confronto aveva raggiunto, soprattutto per alcune fra le maggiori aziende nazionali, limiti di asprezza mai conosciuti prima. Un momento faticoso per il paese intero, quello in cui Bertrand si apprestava a rientrare come amministratore delegato in una azienda meccanica che occupava un’ottantina di dipendenti di diverse qualità di mano d’opera, ma Bert poteva far conto sulla approfondita conoscenza, che aveva maturato negli anni, degli aspetti amministrativi e legali di compagini societarie di dimensioni anche ben più grandi e complesse di questa. Ora che aveva ritrovato in sé la propria determinazione e sicurezza era certo che, se il Presidente e titolare si rivelava una persona sufficientemente malleabile, ed a lui fosse stata data una certa mano libera, la sua permanenza fra le quattro mura della fabbrica sarebbe stata eccellente.

Si attraversava un autunno secco e rigido, spazzato spesso dal vento, ma sostanzialmente poco piovoso; solo Agata era riuscita ad incappare in due o tre giornate di pioggia quando aveva fatto da pilota al suo uomo andando in avanscoperta in terra marchigiana; le giornate precedenti e successive, fredde per la stagione corrente, avevano regalato gradevoli ma molto momentanei sprazzi di sole.

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