di Francesca Camponero
Non si può morire a 25 anni, mai, ma se il motivo è perchè ti senti rifiutato dal mondo in cui vivi e che ti appartiene come uomo libero, è ancora peggio. Eppure Prince Jerry ha deciso di porre fine alla sua vita gettandosi sotto un treno a Tortona piuttosto che tornare nel suo paese e affrontare di nuovo quello da cui era scappato.
Quella del giovane nigeriano è una vita spezzata dal rifiuto dell’accoglienza dello Stato Italiano, poi, nel dicembre scorso, dello status di rifugiato a causa del recente decreto Sicurezza. Prince Jerry era stato accolto amorevolmente nel centro Migrantes di Coronata gestito da don Martino e lì erano nate le speranze di un futuro migliore. Ma dopo il diniego prima di Natale e la recente certezza che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente Decreto, non ha avuto più speranze per sè, tanto da scegliere la morte ad una vita che non gli riservava più nulla in cui credere.
Quando l'atro ieri è successo il fatto sulla banchina erano in tanti. Non sono riusciti a fermarlo, forse nemmeno hanno capito cosa stesse facendo. Le ruote del treno lo hanno maciullato sotto gli occhi di decine di persone. È stato proprio monsignor Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Migrantes, a dover effettuare il doloroso riconoscimento.
don Martino tornato da Tortona ha preso poi la decisione di portare il suo corpo (quel poco che ne resta) su a Coronata dove il ragazzo era amato e dove stava imparando a stare con gli altri in armonia e speranza. Sarà seppellito nel cimitero lassù.
Domani Venerdì 1 febbraio alle 11: 30 all’Annunziata sarà celebrato il suo funerale proprio da Monsignor Martino.
Questa è un'altra pagina triste che ci tocca scrivere e che i lettori devono leggere, che si va ad aggiungere all’ecatombe di migranti che oramani da troppo tempo sta andando avanti. Basterà anche questo terribile fatto a scuotere le coscienze dell’Italia?
Giovedì 31 gennaio 2019
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