L'aumento dei prezzi delle ripetizioni riesuma prassi antica: l'autogestione

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L'aumento dei prezzi delle ripetizioni
riesuma prassi antica: l'autogestione

Per i bilanci famigliari far fronte a ripetizioni scolastiche per i propri figli in diverse materie è un salasso di proporzioni insostenibili: nuove prassi

di Aldo Carpineti

Lezione a scuola
Lezione a scuola

Quando si avvicina Natale si cominciano a tirare le prime somme dei risultati scolastici: è il momento in cui, per tradizione, le ripetizioni registrano un improvviso picco di utilizzo verso l’alto. Se per i primi mesi dell’anno scolastico a scuola si è potuto vivacchiare, adesso bisogna cominciare a fare sul serio ed un aiuto esterno pare sovente indispensabile. Lo pensano spesso le famiglie che, preoccupate dai risultati scolastici dei loro ragazzi, ritengono di correre per tempo ai ripari.

Paradossalmente la ripetizione non consente un guadagno altissimo per l’insegnante, che in genere non può andare più in là dei 25, 30 euro orari per lezione, ma rappresentano invece una grossa spesa per le famiglie, soprattutto se lo studente ne ha bisogno in diverse materie.

Accade così che i professori, di questi tempi, rialzino le proprie tariffe, e le famiglie smettano di servirsi di loro. Come? Attraverso una formula che ha preso vigore decine di anni fa nelle scuole superiori e negli atenei universitari: l’autogestione.

E si assiste, di conseguenza, ad un fenomeno che è insieme autoorganizzazione e protesta. Gli studenti si riuniscono spontaneamente nelle scuole e si aiutano l’un l’altro in quelle materie che, ostiche per l’uno, possano risultare più abbordabili per l’altro. Per i giovani la nuova prassi può essere persino più divertente e meno pesante di quella tradizionale.

Non è soltanto una riesumazione dell’arte di arrangiarsi, ma una realtà significativa che può prendere piede se i risultati rivelano in tempi brevi vantaggi per gli studenti.

La formula può, al tempo stesso, essere meno pesante per il giovane, che si vede aiutato dal compagno di scuola e rivoluzionaria rispetto a prassi costituite in base alle quali un certo numero di insegnanti si ritrovavano ad avere una rendita supplementare rispetto allo stipendio scolastico, in genere esente, di fatto, da imposizioni tributarie perché incamerata senza rilasciare ricevuta.

C’è soltanto da aspettare per vedere se questa nuova abitudine prenda piede e rivoluzioni una delle prassi consolidate delle attività connesse all’insegnamento scolastico; e riveda altresì i bilanci di tutte quelle organizzazioni, sempre più diffuse, che strutturandosi in termini adeguati, hanno fatto della ripetizione il proprio core business, sulla falsariga di una realtà ormai potentissima perché diffusa in tutta Italia che ha aperto la strada anche a tante altre realtà minori sorte come i funghi in questi ultimi tempi sulla scorta della sostanziale imitazione della prima.

Mercoledì 10 dicembre 2014

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