Tre delitti di cronaca riportati sul palco. Brava ed intensa l'attrice Federica Granata

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Genova | ala teatro della corte in questi giorni

Tre delitti di cronaca riportati sul palco
Brava ed intensa l'attrice Federica Granata

Protagoniste della piece tre donne che corrispondono ai personaggi reali di Erika De Nardo, Cosima Serrano e la moglie di Bossetti. Tre storie differenti, ma che in comune hanno un delitto ed anche orribile

di Francesca Camponero

Le tre protagoniste
Le tre protagoniste

Chi non ricorda il delitto di Novi Ligure, un caso di duplice omicidio avvenuto il 21 febbraio 2001. Erika De Nardo di sedici anni e l'allora fidanzato Mauro Favaro, detto "Omar" di diciassette anni, uccisero premeditatamente a colpi di coltello da cucina Susanna Cassini, madre di Erika e il fratello di lei undicenne. E chi non ricorda anche il delitto di Avetrana, un altro omicidio commesso il 26 agosto 2010 a danno di una giovane ragazza, Sarah Scazzi. Ad assasinarla furono Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima. E sempre nel 2010 ci fu un altro eclattante caso di omicidio, quello di Yara Gambirasio, una ragazzina di soli 13 anni, di cui fu poi incriminato Massimo Giuseppe Bossetti, riconosciuto come unico colpevole.

Ebbene lo spettacolo PER LE PARTI DI LEI CHE SONO MIE in scena alla Corte in questi giorni racconta proprio di questi tre terribili fatti criminali, trasposti per il palcoscenico da Maurizio de Giovanni e messi in scena dalla regista Mercedes Martini.

Protagoniste della piece tre donne che corrispondono ai personaggi reali di Erika De Nardo, Cosima Serrano e la moglie di Bossetti. Tre storie differenti, ma che in comune hanno un delitto ed anche orribile. Orribile perchè per nessuna di loro si può considerare l'attenuante del delitto passionale e quindi compiuto d'impulso. Dietro ognuna di quelle uccisioni ci sta una grande e studiatissima premeditazione.

Eppure lo spettacolo sembra voler comprendere il perchè in quelle donne si è scatenato quel demonio che le ha portate ad agire così. Diciamo che l'autore sembra cercare per ognuna di loro un'attenuante, anzi, una grande giustificazione che dovrebbe quasi ricattarle da ogni male.

Ma diciamo che questo è impossibile da accettare ed arriva stridente anche in un'opera teatrale. Già nello scorso spettacolo alla Sala Mercato si era visto un lavoro che cercava di giustificare un criminale e qui accade lo stesso. Viene spontaneo domandarsi il perchè il Teatro Nazionale di Genova non si impegni maggiormente nella ricerca di testi che non siano fatti quotidiani trasposti in dialoghi o monologhi. Ok, non esisteranno più Cecov, Ibsen, Pirandello, ma ci sarà qualche autore in grado di raccontare la vita, i sentimenti e le passioni umane senza dover ricorrere alla cronaca nera dei quotidiani!

In ogni caso le tre attrici, Federica Granata, Lisa Lendaro e Lucia Fontanelli, hanno ben eseguito le loro parti. Un plauso va soprattutto alla Granata, attrice di gran talento, troppo poco usata dal teatro genovese e che meriterebbe senza dubbio maggiore visibilità. A lei in effetti ieri si riusciva a perdonare tutto. Era davvero una "principessa" che non aveva bisogna di corona per dimostrare le sue doti di intelligenza e sensibilità. Il suo amore di madre l'aveva portata ad uccidere, vedere soffrire la propria figlia le faceva troppo male al cuore e a quel punto eliminare la causa di quel tormento sembrava la cosa più naturale da fare. In fondo chi non ucciderebbe per il proprio figlio?... La recitazione della Granata porta il pubblico a giustificare lo spietato personaggio della cronaca e qui giunge il teatro, quello vero, quello in grado di trasformare il brutto in bello. L'orrore in poesia. Complimenti davvero. 

Lo spettacolo sarà in scena fino a sabato 25 luglio.

Giovedì 16 luglio 2020

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