di Aldo Carpineti
Questa sera il popolare Lino è stato lasciato solo a far fronte agli assatanati del venerdì e del sabato sera, ma con la sua pacata sicurezza riuscirà a venire a capo di tutto ed a non lasciare nessuno senza il proprio cocktail preferito.
Di cosa stiamo parlando? Ma del Bertoli di piazza Manin aperto 24 ore al dì 365 giorni all’anno. Un bar dalla tradizione lontanissima che vive da qualche anno questa caratteristica rara: l’apertura costante.
Il gazebo, la focaccia (normale e o alla cipolla) alle cinque in punto del mattino, la frequentazione da parte di una gamma di personaggi notturni che tirano l’alba del giorno seguente, e il risveglio lento con la presenza di chi va a lavorare presto.
Forse non tutti saranno d’accordo, ma questa interminabile performance notturna ha qualche cosa di poetico e di surreale. I barman, chiunque tocchi di turno, sono impeccabili e famigliari al tempo stesso; i frequentatori appartenenti ad una varietà umana diversamente ed illimitatamente personale, non scolorita dalle tenebre.
Chi vive di notte ha qualcosa nel proprio dna o nei propri globuli rossi che si differenzia da tutti gli altri: le tenebre accomunano ed avvicinano, ma ognuno conserva una personalità spiccatamente propria, inconfondibilmente soggettiva.
Le donne della notte, giovanissime ed anche meno giovani, accompagnate dai loro uomini o riunite in gruppi femminili dall’aspetto sicuro e dall’aria di chi sfida le più numerose aggregazioni maschili con il piglio determinato di coloro che hanno superato e digerito da anni battaglie femministe ormai non più reali, perché talmente ovvie e scontate, persino banali da non rappresentare più una attualità.
La notte è l’attesa, il tempo quasi fermo, la mancanza del trascorrere, il mondo che pare avere raggiunto una propria definitività vitale.
Un angolo felliniano e pirandelliano assieme: ciascuno interpreta atmosfere e stati d’animo secondo il proprio punto di vista, senza scontrare quello dell’altro.
Un mondo che col frastuono del giorno scompare temporaneamente, per lasciare il posto alla cosiddetta vita reale, e per tornare a pulsare la notte seguente.
Mercoledì 3 dicembre 2014
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