Capitolo XV

Al di là della porta

A metà tra il romanzo di costume ed il noir. La protagonista trova il marito accasciato al di là della porta di casa e, per quanto gli inquirenti decidano, in base alle circostanze, per il suicidio, la donna si adopera per riconoscere l’autore o gli autori del delitto e giunge alla conclusione dopo innumerevoli vicissitudini. Il racconto mette a nudo diverse realtà della società di oggi, fra organizzazioni a delinquere e personaggi malavitosi o semplicemente ambigui, senza dimenticare l’attenzione al particolare geografico, nell’ambiente del levante ligure ben noto all’autore per avervi trascorso una importante parte della propria vita lavorativa.

Aldo Carpineti

Aldo Carpineti
È nato a Genova il 12 ottobre 1949. Dopo la gioventù genovese, liceo Classico e laurea in Giurisprudenza ha fatto del cambiamento un modo di vivere; si è spostato per lunghi periodi nel Veneto e nelle Marche, tre anni a La Spezia, sedici in Toscana, per poi fare ritorno ogni volta alla vegia Zena. Prima sottotenente di vascello in Marina, poi funzionario aziendale nelle relazioni industriali, è stato anche manager di gruppi professionisti di musica classica, barocca, jazz. Ha pubblicato Stanzialità e Transumanze (2003) riflessioni in epigrammi su argomenti di varia natura, Finestre su Paesaggi Miei (2004) due racconti di cui il secondo è un noir, La casa con le vetrate (2006), Un amore Maturo (2012). Fra tutte le cose che fa abitualmente non c’è nulla che gradisca quanto sedersi al tavolino di un caffè o di un ristorante in compagnia della figlia Giulia.

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Nov 4

Capitolo XV

Capitolo Quindicesimo

di Aldo Carpineti

capitolo quindicesimo

Un paio di giorni dopo, in uno dei cantieri dell’azienda, avvenne un fatto molto spiacevole: a seguito di un diverbio e ad uno scambio di insulti, due operai vennero alle mani. Uno dei due era Tonio, il marito della vicina di casa di Delia che, più ben messo dell’altro, lo colpì con un cazzotto bene assestato al volto, tra naso e bocca, e lo spedì al pronto soccorso. Pare che i due avessero trovato a dirsi a proposito di una nipote dell’altro operaio che non era sfuggita alle attenzioni pesanti di Tonio. Era una cosa grave, sia per il fatto in sé che, accaduto in una via piena di passanti, dava discredito a tutti, sia perché ci furono seguiti di inchieste giudiziarie che, per fortuna, non essendo stata sporta querela dal malcapitato, si fermarono presto. I due ricevettero dall’azienda sanzioni esemplari: un giorno di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per il ferito, tre giorni di sospensione per Tonio, la misura più grave prevista dal contratto collettivo, fatta eccezione per il licenziamento disciplinare, che peraltro entrambi temettero a lungo prima che la direzione si esprimesse. In ogni caso, sul posto di lavoro, quelle due persone, anche se d’allora in avanti sarebbero state dislocate su cantieri diversi, vennero tenute d’occhio per evitare il ripetersi di episodi di quel genere anche contro altri. E, per il futuro, Tonio non sfuggì alla nomea di personaggio violento.

La moglie di questi, la signora dello stesso pianerottolo, andò a scusarsi con Delia per il marito e parve costernata: “E dire che volevo sdebitarmi con te, invece non ti diamo che preoccupazioni”. Delia aveva incontrato quell’uomo soltanto un paio di volte, in ascensore e giù, davanti al portone, troppo poco per formarsi un’opinione di lui; ma la moglie aveva quasi sempre un’aria piagnucolosa, afflitta, e non era facile giudicare se fosse così di propria natura o a causa della sopportazione forzata di un marito scomodo.

Una sera, coricatasi più presto del solito, Delia fece mentalmente il punto sulle persone che aveva conosciuto e che avrebbero potuto essere, potenzialmente, gli assassini di suo marito: in primo luogo gli uomini del racket della zona, di cui lei aveva sperimentato l’esistenza; poi Ugo, interessato tanto a lei quanto alla barca: di quest’uomo, certamente non cristallino, era difficile dire fino a che punto avrebbe saputo spingersi per realizzare i propri propositi; Fiorella, che aveva motivi per odiare tanto Mirko quanto lei, per averla lasciata ad una vita di difficoltà; Vito, avido di far crescere il proprio piccolo impero imprenditoriale, infine Tonio, uomo istintivo e violento, per qualsiasi motivo anche banale. Delia ritornava su ognuno di questi, cercando di tracciarne mentalmente anche un profilo umano e caratteriale che la aiutasse in qualche modo a valutare le probabilità delle diverse ipotesi.

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