di Aldo Carpineti
Per noto principio vigente nel nostro ordinamento giuridico quanto in quelli di ogni altro paese civile, il cittadino non può farsi giustizia da sé.
Nel caso in qualcuno ritenga di essere stato leso nei propri diritti nei confronti dello Stato o di ogni altro organo della Pubblica amministrazione farà ricorso al giudice penale o al tribunale amministrativo regionale, se ritenga di vantare crediti nei confronti di un altro privato si rivolgerà al giudice di pace o ad altra magistratura di grado superiore. Se così non fosse ci troveremmo in una situazione anarcoide o, per lo meno, da Far West.
Ma al di là di quelli che sono i diritti fisici sulla propria persona o quelli economici che ad essa fanno capo, ed esplorando l’ambito di quelli che si sogliono chiamare diritti naturali o della persona, ci si chiede se un intervento diretto possa essere legittimamente perpetrato.
A parte che quest’ultima categoria di diritti è scarsamente tutelata dallo Stato o da chi per esso, a noi pare che interventi personali a salvaguardia del proprio status morale siano da considerare più che legittimi. In altre parole, se nessuno, nel predetto ambito ti da ciò che ti spetta è lecito prenderselo da sé con iniziativa propria.
Nel proprio blog Antonio Di Mauro scrive: - Non è legittimo confondere [la tolleranza] con atteggiamenti e ideali etici e politici di tutt’altra natura, quali la libertà, la magnanimità, il rispetto che si tributa ai diversamente pensanti, e simili. Occorre non perdere mai di vista l’assunto secondo cui la tolleranza, propriamente intesa, è sempre un affare di calcolo, utilità, prudenza. Colui che tollera pondera le forze in campo e attende il momento migliore perché il suo interesse prevalga. E a tale scopo egli è anche portato a usare infingimenti, ipocrisie e, in generale tutto ciò che consente di manipolare e sedurre colui che presentemente non è dato estromettere dai giochi e che perciò non si può non tollerare -.
In conclusione, al di là di certe interpretazioni politiche (da noi massimamente quelle leghiste) o peggio a soluzioni del tipo rondista o kluxklanico oggi purtroppo di gran moda soprattutto nelle regioni del nord, riteniamo che, nel campo dei rapporti umani e fra persone intesi all’aspetto morale e naturale, l’iniziativa diretta e personale possa essere, in casi che vanno valutati di volta in volta, assolutamente lecita e legittima
Venerdì 8 maggio 2015
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