di Aldo Carpineti
Edson Arantes do Nascimento meglio conosciuto come Pelé è stato uno dei più forti calciatori della storia del football, forse il più forte in assoluto. Alcuni gli preferiscono Diego Armando Maradona, un grande giocoliere, artefice dello scudetto del Napoli e protagonista di tante vittorie con la maglia biancoazzurra della nazionale argentina.
Pelé, invece, seppe unire a capacità funamboliche notevolissime, come i migliori giocatori brasiliani, doti atletiche non comuni. L’unico calciatore della storia ad avere vinto tre edizioni dei mondiali.
Si fece conoscere al mondo intero durante l’edizione del 1958, in Svezia, quando il Brasile batté in finale gli svedesi per 5–2. Non aveva ancora compiuto 18 anni e segnò un goal. La nazionale brasiliana in quella occasione schierava campioni leggendari come il portiere Gilmar, i terzini Djalma Santos e Nilton Santos, a centrocampo Didì ed in avanti Garrincha, Vavà e Zagallo che sarebbe diventato, anni dopo, tecnico della nazionale gialloverde.
Realizzò più di 1.200 goal in gare ufficiali. Memorabile la rete che segnò di testa all’Italia nel corso della finale in Messico del 1970, vinta dal Brasile per 4-1, superando in elevazione Burgnich e battendo il nostro portiere Albertosi. L’Italia veniva dalla indimenticata semifinale vinta sulla Germania per 4-3 dopo i tempi supplementari.
Giocò tutta la carriera nel Santos, squadra che non volle mai lasciare nonostante gli allettanti contratti che gli venivano offerti in Europa. Soltanto a carriera ormai conclusa passò ai Cosmos americani.
Nato il 23 ottobre 1940 compie in questi giorni 77 anni e tuttora lavora nell’ambiente del calcio brasiliano come dirigente.
Lunedì 23 ottobre 2017
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