di Aldo Carpineti
Questo albero di limoni non ha conosciuto mio papà, ma ha conosciuto mia mamma e mio fratello. E, come ai tempi in cui loro c'erano, continua a produrre frutti in quantità, che io regalo ai parenti, agli amici, ai vicini di casa, perché la produzione supera le mie esigenze. E questi mi restituiscono in limoncello, torte e marmellate. La buccia non è trattata e può essere mangiata senza preoccupazioni.
Lo comprai una trentina di anni fa o poco più alla Fiera di Sant'Agata, più recentemente ho preso anche un arancio, un mandarino e un pompelmo rosa. Il limone continua ad essere il più prolifico, e rappresenta per me una compagnia. Andare a controllare la sua fioritura, il trasformarsi dei fiori in frutti, il vederli maturare e crescere ogni anno è un'abitudine sincera e verace, che mi appaga più di altre occupazioni cui ho l'impressione di dare maggiore importanza.
Nella mia speranza è che altrettanta soddisfazione possa trovare mia figlia, che è nata in Toscana e là tuttora vive, ma che un giorno o l'altro erediterà casa e giardino. Fra le cose che io potrò aver trasferito a mia figlia, questa non è certo fra le meno significative.
Domenica 20 ottobre 2019
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