di Aldo Carpineti
L’avvento della tecnologia su larga scala, la sua capillare diffusione su tutte le persone, verificatasi a partire dagli anni ’90, non ha, a chiara evidenza, scongiurato la crisi economica internazionale.
C’è da pensare dunque che la crisi economica possa derivare invece proprio dall’abbandono graduale del rilievo dato agli aspetti umani ed umanistici della realtà, dall'abbandono dei valori.
Lo studio e l’applicazione di quello che è nient’altro che un mezzo non può sostituire l’attenzione alla vera essenza di noi e delle cose che risiede, lo si voglia o no, nello studio e nella coltivazione della materia filosofica, letteraria, poetica.
La tecnologia è soltanto uno strumento, raffinato quanto si vuole ed indispensabile oggi quanto si vuole, ma non è l’essenza dell’uomo che resta invece il pensiero.
Animo e corpo costituiscono l’uomo, la medicina e l’umanistica ne sono le espressioni naturali.
Non è possibile oggi pensare ad un mondo senza la tecnologia, anche la medicina e l’umanistica vi attingono a piene mani, resta il fatto che la stessa rimane uno strumento di esse alle quali va la supremazia del pensiero.
Medicina e umanistica sono sempre esistite senza la tecnologia, la tecnologia fine a se stessa, senza una applicazione, non ha senso.
Persino la tecnologia in sé è frutto del pensiero ma il suo ruolo applicativo non corrisponde alla natura delle cose, ne è, invece, derivazione.
Venerdì 29 gennaio 2016
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