di Aldo Carpineti
La Capitaneria di Porto, una realtà che a Genova ha grande rilievo ma della quale pochi conoscono le prerogative.
Il Capitano di Fregata Giovanni Calvelli, Assistente del Direttore Marittimo e Capo Ufficio Studi e Relazioni Esterne ci ha ricevuto nel suo Ufficio al 2° piano della Capitaneria di Porto di Genova. Uffici essenziali ma eleganti, con un corridoio carico di Crest doni degli Enti più diversi.
Con grande disponibilità, ha ritagliato un poco del suo tempo pieno zeppo di impegni per farci una panoramica circa quelle che sono le funzioni istituzionali del Corpo, che dipende tanto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Ministro Del Rio) quanto dal Ministero della Difesa (Ministro Pinotti). Le Capitanerie di Porto sono state create in Italia nel 1865 subito dopo l’unità nazionale, con compiti eminentemente civili, durante la 1^ guerra mondiale sono stati aggiunti compiti di natura militare che oggi possono considerarsi la parte minore e residuata dal 1919.
Le funzioni della Capitaneria hanno rilevanza nel trasporto marittimo già dalla preparazione del carico e persino nelle modalità di riempimento dei containers. Non c’è un intervento sulla produzione strettamente intesa ma, nelle fasi immediatamente successive, le applicazioni dei regolamenti e delle disposizioni internazionali trasformati in normativa nazionale incidono di fatto su tutti i momenti della spedizione. La preparazione e distribuzione del carico deve osservare i criteri più razionali soprattutto per ragioni di sicurezza.
L’impegno di Genova non riguarda soltanto la costa che già si estende per molti chilometri, ma anche l’entroterra che comprende la Valle d’Aosta, il Piemonte e quasi tutta la Lombardia (compresa Milano); della regione lombarda infatti soltanto le città di Brescia e Mantova fanno capo a Venezia. Così nella Capitaneria di porto genovese si rilasciano mediamente 20 Patenti Nautiche ogni giorno, con tutto quel che è il gravame conseguente dal punto di vista dell’archiviazione e conservazione pur se la maggior parte della pratica rimane in forma elettronica.
Di competenza della Capitaneria sono anche tutte le problematiche ambientali concernenti la costa ed il mare antistante, oggi queste incombenze paiono, alla luce delle attuali esigenze, di particolare riflesso sulla vita di tutti i cittadini. Fra i compiti civili anche quelli di polizia costiera.
Una percentuale altissima della flotta di bandiera nazionale è iscritta nei registri genovesi: la Capitaneria è per le navi quel che il Pra è per le automobili. Di conseguenza gli sbarchi e gli imbarchi dei marittimi fanno per gran parte capo a questa sede.
Fino ad una quindicina di anni fa la Capitaneria comprendeva anche gli uffici della Leva di Mare, oggi il personale di Esercito Marina ed Aeronautica, come si sa, è completamente professionistico, e la funzione dell’arruolamento non è più presente. Ufficiali Sottufficiali e Truppa entrano a far parte della Marina esclusivamente per concorso. Per la Truppa, che entra con rapporto a tempo determinato, ci sono step di conferma dopo il primo anno e dopo altri quattro anni. Oggi in Italia per 8.000 chilometri di costa ci sono 11.000 militari di Capitaneria: un rapporto di poco superiore ad un militare per chilometro di costa. Il Comandante Calvelli osserva come il controllo privato della costa da parte degli stabilimenti balneari attraverso il proprio personale di salvataggio sia ben più frequente.
Il Comandante ci congeda usando la gentilezza che ha caratterizzato tutto l’incontro. Per raccontare tutto quello che facciamo qui ci vorrebbero giorni interi, dice. Va benone così, una idea ce la siamo fatta, oggi possiamo dire di avere una conoscenza di questa realtà cittadina molto più significativa e concreta di prima.
Martedì 2 agosto 2016
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