Passeggiare per Viareggio attendendo il Carnevale ma l'attesa è sempre in noi

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domenica di mezzo gennaio

Passeggiare per Viareggio attendendo
il Carnevale ma l'attesa è sempre in noi

Attendere fa parte di noi, la vita stessa è attesa, niente può liberarcene

di Aldo Carpineti

Passeggiata di Viareggio
Passeggiata di Viareggio

A Viareggio il clima è buono, non fa freddo, sole presente per quasi tutto oggi, salvo qualche nuvoletta malandrina verso metà della giornata. 

Si aspetta il Carnevale per esplodere nella consueta festa. Le strade della passeggiata sono già transennate. Tutto è pronto. Locali e turisti vanno avanti e indietro per il lungomare in un continuo instancabile andirivieni. Sono sempre stato dell'idea che Viareggio sia una città parecchio felliniana. Se Fellini non fosse nato a Rimini sarebbe nato a Viareggio.

L'attesa del Carnevale si aggiunge a quella che è presente in ognuno di noi e che viviamo in maniera differente secondo i nostri caratteri. Questa eterna passeggiata sembra rispolverare memorie legate alla letteratura di Buzzati. Tutta la nostra vita è una attesa, probabilmente attendiamo senza che la nostra coscienza ci faccia apparire l'oggetto della attesa stessa. Forse anche quando giungeremo al nostro ultimo momento, anche allora ci attenderemo qualcosa. Dalla vita stessa, non necessariamente dall'al di là, qualcosa che trasformi il nostro vivere anche nel minuto estremo. 

E questo stato d'animo è forse ciò che ci salva dall'abbandonarci all'inerzia ed alla abitudine. Attendere qualcosa, anche senza sapere che cosa, rende presente la speranza e ci fa sopravvivere tanto quando passeggiare è la nostra attività, quanto allorché ci diamo da fare nelle più complicate occupazioni e nel più accanito tentativo di trasformare la realtà.

Vero è infatti che in ogni momento che viviamo la nostra tensione continua è indirizzata a stare meglio rispetto al momento precedente. Indipendentemente che i fatti oggettivi della vita ci destinino poi anche passi indietro sullo stato di precedente benessere. Voglio dire che ogni nostro atto, anche quello che appare il più insignificante, ha invece la sua giustificazione nel muoverci nella ricerca di una sensazione migliore del nostro sentire e del nostro sentirci. Ogni situazione è figlia della precedente ed il nostro intento è fare in modo che dall'una all'altra intervenga una condizione preferibile. 

A ciò siamo legati da un filo che non si può recidere, salvo annullarci. La tensione al miglioramento, anche poco, pure nella passeggiata viareggina, è la ragione del nostro stare al mondo.

Domenica 19 gennaio 2020

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