di Aldo Carpineti
Anzitutto vanno tenute disgiunte le tematiche del Referendum da quelle della Legge Elettorale; è ben vero che l’uno e l’altra hanno forti valenze politiche, nel senso che il prevalere dell’una o dell’altra soluzione porterà a conseguenze opposte nell’ambito degli assetti politici del paese.
Tuttavia i due disegni di legge rappresentano risposte a problematiche di tipo amministrativistico e gestionale che non hanno nulla a che vedere reciprocamente.
Fare di ogni erba un fascio è come voler votare con o contro Renzi senza valutare nel loro significato giuridico l’una e l’altra norma, e questa impostazione del problema rappresenta un approccio errato alla stessa istituzione referendum come strumento di democrazia popolare.
Se l’Italicum è fortemente criticabile per certe sue parti che possono indurre alla ingiustificata prevalenza di determinate forze politiche su altre (e la Corte Costituzionale sta valutando appunto questi aspetti) non è affatto detto che il sistema parlamentare oggi in atto debba rimanere così com’è nei suoi assetti costituzionali. L’una e l’altra cosa hanno propria rilevanza assolutamente disgiunta e non cumulabile.
Attribuendo così propria autonomia alla questione sulla riforma del Senato, ci pare di poter cogliere i vantaggi che il monocameralismo assicura nella minore farraginosità e maggiore speditezza del legiferare. Nonché nella riduzione di entità politico-amministrative che oggi in Italia rappresentano costi ingiustificati e clientelismi diffusi oltre che appesantimenti delle procedure.
Il governo peraltro si è detto disponibile persino a rivedere le modalità di elezione del Senato, laddove appaia che la scelta sei senatori da parte dei consigli regionali risulti poco consona a principi di democrazia e di utilità pratica.
La disponibilità a modificare le originali elaborazioni legislative non deve apparire soltanto come un tentativo di recupero di voti indecisi ma piuttosto come volontà di rivedere in meglio la legge sotto i profili meno convincenti.
Rielaborata nei suoi particolari poco idonei la riduzione da due ad una delle Camere con funzione legislativa appare congrua con i tempi e con le moderne democrazie europee, oltre che vantaggiosa dal punto di vista dei numeri, sia in termini di persone sia di economicità di tempi e di spese.
Lunedì 17 ottobre 2016
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