di Aldo Carpineti
Mio nonno, Aldo Bianchi, era un bravissimo disegnatore tecnico d'azienda. Tutti riconoscevano che aveva le mani d'oro. Ciò nondimeno fu sempre umile (non modesto, perché modesti non bisogna essere).
Era anche un uomo di dolcezza infinita, si rivolgeva a noi nipoti con un modo straordinariamente vicino a quanto di meglio potevamo attenderci.
Nativo di Badia Polesine in provincia di Rovigo, possedeva tenerezza come sannno essere teneri i veneti migliori.
Uomo di sicuro genio, e la sua abilità nel disegno ne fu sempre prova, fu per noi tutti esempio di semplicità e disponibilità. Amava la montagna e seguiva spesso, con la moglie Erminia, la nostra famiglia nelle vacanze estive in Val d'Aosta ed in Alto Adige. Di tanto in tanto ci accompagnava, insieme a papà, allo stadio a vedere la Samp.
Una volta sola lo vidi incazzato. Fu una sera, verso le 18.30. Eravamo a Caricamento, dove lui prendeva il bus per il ritorno a Sestri Ponente dopo le visite in casa nostra.
Attraversò di corsa la piazza per non perdere il mezzo che stava partendo. Un automobilsta gli si rivolse incautamente dal finestrino della propria utilitaria: Attento omin, gli gridò. Fu come una scintilla, mai visto mio nonno tanto imbestialito. Tiro l'automobilista fuori dalla portiera sinistra afferrandolo per la giacca e gli fece un cazziatone memorabile: Omin a mi? Stia bene attento come parla... e poi avanti di questo passo.
L'uomo dell'utilitaria era quasi alle lacrime. Formidabile. Proprio vero, quando si dice: Non fare diventare cattiva una persona buona...
Fu una lezione, una delle tante che mio nonno mi elargì nella sua vita meravigliosa. Ricordi autentici e insostituibili.
Domenica 7 agosto 2022
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