A cinquant'anni di distanza dalla esibizione dei Beatles a Genova alcune considerazioni

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Genova | il 25 giugno 1965 i beatles a genova

A cinquant'anni di distanza dalla esibizione
dei Beatles a Genova alcune considerazioni

Rvoluzione melodica quella dei 4 di Liverpool non violenza né strepito

di Aldo Carpineti

Beatles
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A cinquanta anni di distanza dalla esibizione dei Beatles a Genova è possibile formulare alcune considerazioni su quanto John Lennon Paul Mc Cartney George Harrison Ringo Starr rappresentarono nell’epoca in cui suonarono e cantarono assieme.

Avvicinati solamente dai successivi Rolling Stones e più tardi dai pur bravissimi Bee Gees i quattro di Liverpool incarnarono una rivoluzione non soltanto musicale ma eminentemente di costume come il 68 è poi stato. Ciò che si definisce abitualmente come 68 non fu un fatto che si esaurì in quell’anno, ma piuttosto una lunga evoluzione cominciata prima e, in realtà, mai conclusa, neppure oggi.

I Beatles furono la rappresentazione vivente dell’inizio di questo movimento dopo un’epoca che al boom economico non aveva saputo accompagnare una evoluzione di pensiero. Se è vero che il 68 è stato un fatto politico (in Italia lo Statuto dei Lavoratori porta la data del 1970) è peraltro inconfutabile che tutto quel periodo segnò una svolta soprattutto sotto il profilo sociale e dei costumi.

Se questa evoluzione sia stata sostanzialmente un bene o un male è difficile dire, probabilmente come tutti i fenomeni significativi portò con sé fattori positivi e fattori negativi, certo è che il motivo della libertà ne ebbe grande lievitazione.

Probabilmente gli anni 50 erano stati troppo seriosi e compassati, rigidi nelle loro regole morali e di comportamento e, di conseguenza, la rivoluzione che ne seguì ebbe effetti esplosivi e variegati, certo anche disordinati.

La musica dei Beatles tuttavia conservò sempre connotazioni melodiche che negli anni successivi ed ancora oggi, con giudizio affrettato, non tutti sanno riconoscerle. Una grande rivoluzione armoniosa, quella del quartetto, dunque, ben più di rottura fu invece tutto quel che venne dopo. Ed anche le figure umane di ciascuno di loro, osservati uno per uno, esprimevano significati di dolcezza più che di violenza e di strepito.

Basta avere mente a canzoni come Yesterday, Penny Lane o la stessa giocosa Obladì Obladà per rendersene conto. Gli aspetti più deleteri che la rivoluzione portò con sé, dunque, non appartenevano al fenomeno dei 4 di Liverpool.

Giovedì 25 giugno 2015

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