di Francesca Camponero
Di Tonino Conte ricordo tante cose, ma una mi è rimasta impressa più di altre, perchè mi ha riguardato da vicino: una volta ad un’audizione per un suo spettacolo che richiedeva ballerine, guardandomi mentre mi presentai sul palco mi disse schiettamente e senza giri di parole: “Tu sei troppo magra, non c’è polpa da vedere, non vai bene per quello che faccio io. Grazie ”. Invece di rimanerci male per quanto mi disse con tutta franchezza rimasi sì basita, ma mi scappò anche un mezzo sorriso. In fondo come non dare ragione a quel regista dai caratteri “felliniani”! Una ballerina classica piatta, senza seno e lato B pronunciato, forse doveva avere il buon senso di non presentarsi per ottenere la parte in un spettacolo di Tonino Conte!
Tonino era fatto così non aveva peli sulla lingua quando doveva dire una cosa, e non aveva peli sulla lingua quando creava i suoi lavori, magnifici, grandiosi, strabilianti e mirabolanti.
Oggi questo simpatico signore è andato via da questa terra, in un momento critico, in cui il mondo è terrorizzato dalla paura per l’epidemia di corona virus che sta mettendo in ginocchio tutte le categorie lavorative e soprattuto quella dei teatri. Questo fatto sono certa sarà stato l’ultimo dei suoi pensieri...
Suo figlio Emanuele sul suo profilo facebook ha dato la notizia così: “Oggi, alle 15.55, mio papà Tonino è morto, detestava sentir dire "è mancato". Non ci sarà funerale, secondo il suo desiderio”. Tonino infatti non era certo un frequentatore di chiese e meno che meno un baciapile. Quando il vescovo di Genova monsignor Dionigi Tettamanzi nella primavera del 1995 venne ad incontrare la comunità di quella parte di centro storico dove la Tosse ha casa, e si organizzò un incontro con la cittadinanza nella Chiesa di San Salvatore, in piazza Sarzano, don Carlo, il parroco, pregò Tonino Conte di intervenire. Questa fu la risposta del regista:
“Monsignore le confesso che io non vado molto in Chiesa. E non ci vanno molto nemmeno le persone che lavorano con me, nel teatro di Sant’Agostino, nella sartoria e nel laboratorio. Però lavoriamo, lavoriamo molto, dal mattino alla sera. E con il lavoro abbiamo insegnato a recitare, a cucire, a far di conto e a costruire con il legno e la tela tanti giovani. Che qualche volta si sono sposati, hanno preso casa qui vicino, hanno avuto dei figli. Ecco eminenza, la nostra preghiera è il lavoro, il lavoro di tutti noi insieme”.
La lunga carriera teatrale di Tonino Conte iniziò nel 1968 all’insegna della patafisica, con la regia dell’“Ubu Re” di Alfred Jarry, un personaggio-simbolo di scanzonata ma inarrestabile rivoluzione che traccia fin dal principio il segno di tutta una vita dedicata all’invenzione e al gioco.
Nato a Napoli nel ‘35, diventò genovese molto presto, all’età di tre anni. Prima di approdare al teatro – nel ’59 alla Borsa di Arlecchino di Aldo Trionfo - si adatta ai più svariati mestieri. Nel ’66 il testo d’esordio, Gargantua Opera, va in scena a Parigi. Nel ‘68 la prima regia: Ubu Re di Jarry, premiato in più festival europei. Nel ‘75 fonda a Genova, con Emanuele Luzzati, il Teatro della Tosse, di cui è poi diventato Presidente Onorario. Firma regie - per il Piccolo Teatro, lo Stabile di Genova, il Teatro Antico di Siracusa, il Teatro Gioco Vita, l’Arena di Verona, il Carlo Felice, il Regio di Torino, il Maggio Musicale Fiorentino – dentro e fuori il teatro: i capannoni ex nucleare dell’Ansaldo, la Diga Foranea di Genova, fortezze e borghi. Nel corso della sua carriera ha collaborato con gli scenografi e costumisti Santuzza Calì, Bruno Cereseto, Emanuele Conte, Andrea Corbetta, Guido Fiorato, Giovanni Licheri e Alida Cappellini, Emanuele Luzzati, Danièle Sulewic, e con i musicisti Giampiero Alloisio, Bruno Coli, Ivano Fossati, Nicola Piovani, Oscar Prudente. Pubblica racconti, poesie e saggi, il romanzo L'amato bene (Einaudi) vince il Premio Mondello.
Ha ricevuto il Premio Ubu per l’attività della Tosse, il Vallecorsi, il Grifo d’Oro della Città di Genova. E ’ architetto Honoris Causa e Commendatore della Repubblica. Dal 2008 si dedica alla creazione di collage. Nel verde della cascina San Biagio – nel Monferrato – avvia un cantiere d’arte e teatro che ha battezzato Agriteatro. Il suo ultimo libro – Pornograffiti 2 (La Grande Illusion, 2015) mescola immagini e versi. Dal 29 maggio al 28 giugno 2015 gli viene dedicata una grande mostra a Palazzo Ducale a Genova nella Loggia degli Abati per festeggiare i suoi 80 anni, dal titolo: Tonino Conte, un compleanno patafisico. La mostra – composta da filmati, foto, poesie e arricchita dai suoi collage, è ideata dalla Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse a curata da Danièle Sulewic. Nel 2017 La Grande Illusion pubblica, in una preziosa edizione-cofanetto illustrata da Beppe Giacobbe, il libro Il mistero dei Tarocchi, tratto dall’omonimo spettacolo da lui diretto nel 1990, e scritto insieme a Gian Piero Aloisio.
Sabato 21 marzo 2020
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