di Aldo Carpineti
Certo il poco non alberga nell'arte della Pons né in quella della Avateneo. Non c'è economia di impressioni in ciò che i loro quadri trasmettono. Intensità, eloquenti silenzi, occhi che fuggono l'incontro e viaggiano con ali irraggiungibili. Sguardi che interrogano, che indagano, che dominano. Travalicano le parentesi della tela e ti arrivano addosso con tutta la loro potenza interrogativa. Occhi mobili pur se racchiusi nel tratto di un momento. Se vai a riguardarteli dopo mezz'ora, ti dicono altre cose, altro raccontano, novità ti distillano dalla tua sensibilità, dalla tua predisposizione a ricevere.
Immagini che appagano perché inappaganti, cerchi, ti aspetti qualcosa ancora. Paradosso dell'Arte: desiderio che non ha mai fine, che sorte continue prospettive. Il regno dell'inconcluso, ancorché perfetto. L'odi et amo di 2000 anni dopo.
E tuttavia la ley de fuga nello spiritoso, come spiritosi sanno essere solo i gatti, che non scimmiottano, hanno autonomia espressiva sempre, incontrollabili, lontani, un po mafiosi. Dominano la scena.
Confronto fra due stili, quello di Pons e Avateneo che poco cercano dall'altro, eppure si amalgamano in una coreografia comune instancabilmente armoniosa.
Mostra da non perdere, mostra da rammentare, da suggerire. Sogno e realtà senza distinzione.
Venerdì 21 maggio 2021
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