Articolo di Luigi Carpineti sul. Relativismo Culturale francese

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Genova | filosofia

Articolo di Luigi Carpineti sul
Relativismo Culturale francese

Montaigne, Foucault e Lacan fra il 500 e il 900 continuità di visioni

di Luigi Carpineti

Montaigne
Montaigne

Diversità e altro: da Montagne a Foucault e Lacan

I

Dal 1533 al1592 il francese Michel De Montaigne asseriva il nostro modo di credere, il nostro pensiero tradizionale, le nostre credenze possono essere fallaci o precarie, problematiche. Le idee comuni possono essere troppo anguste.

Anche le pretese dogmatiche in filosofia urtano contro limiti che paiono invalicabili.

Lo stesso confine tra civiltà e barbarie è messo in discussione.

Non saremo noi europei i selvaggi di cui accusiamo i popoli di recente scoperta, del nuovo mondo?

Non sono gli europei ad aver perso la spontaneità originaria ad essere avari e violenti?

Ma come uscirne? Secondo Montaigne con una sana autonomia delle coscienze e con una moderazione degli affetti.

Anche i sistemi dottrinari scontano un evidente dogmatismo. Un giusto fideismo sostituirebbe il dottrinalismo dei sistemi.

II

Foucault. Diversità ed altro

Anche il filosofo psichiatra francese del novecento M. De Foucault si cimenta con l’idea di diversità e altro.

Nella sua opera La storia della follia ritorna sul tema della diversità demistificando la valorizzazione del normale in nome di una dimensione patologica.

Subendo l’influsso di Nietsche e della sua genealogia della morale e di G. Deleuse, riavvalora rispetto alla storia della cultura ufficiale e vincente, quella dei vinti, degli esclusi, dei dannati della terra.

II

Lacan e l’altro

L’alterità, collegandosi con la diversità rappresenta il leit-motive dello psichiatra francese del novecento Lacan. Quanto abitualmente concepito come importante – la coscienza, la ragione, la volontà e l’io penso - sono da porsi come subalterne. Al centro dell’essere è il ça parle, un esso parla cioè un linguaggio senza soggetto; è lui a parlare come e quando vuole.

La verità si svela attraverso le metafore, le allusioni, i silenzi, i non detti. La verità ha delle fessure e della mancanze; del non sapere e delle assenze.

Così Lacan delinea una Teologia negativa che allude continuamente a qualcosa che c’è ma che non può essere né detto né rappresentatati né definito.

Bibliografia

G. J. Starobinski, il Paradiso delle apparenze trad. Bologna Bompiani

S. Moravia Lo strutturalismo francese Firenze Sansoni 1975

Martedì 12 aprile 2016

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