di Aldo Carpineti
Il 1° di gennaio (1942) è nato Bruno Arcari un grande pugile che fu a lungo campione del mondo dei superleggeri e dei welter, ma per le sue caratteristiche di antidivo passò sostanzialmente inosservato ed oggi pochi lo ricordano.
Originario di Atina in provincia di Frosinone si trasferì giovanissimo a Genova dove cominciò a tirar pugni in palestra.
Dotato di una grande tecnica, per quanto non appariscente, aveva il proprio punto debole nelle sopracciglia, che si spaccavano facilmente, tanto che gli avversari, non potendolo superare nella boxe, cercavano di farlo fuori spaccandogliele a testate in modo che Bruno fosse costretto ad abbandonare per ferita.
Col tempo e anche attraverso riuscite operazioni chirurgiche che gli rinforzarono la parte debole, Arcari seppe imparare a difendersi da queste sleali aggressioni tanto da diventare campione europeo nel1968 battendo l’austriaco Johann Orsolics, considerato un pugile insuperabile; conquistò poi la corona mondiale in un leggendario match contro il filippino Pedro Adigue nel 1970.
Senza sconfitte, lasciò vacante il titolo per passare nel 1974 alla categoria dei welter, anche qui conquistò il titolo e lo conservò imbattuto in 9 incontri.
Dopo aver lasciato la boxe non rinunciò alla sua vita quasi schiva e, andato a vivere a Sestri Levante, gestì per molti anni la stazione di carburante sull’autostrada dove era facile vederlo al lavoro.
Un esempio per tutti gli atleti per capacità tecniche e doti morali, è considerato ancora oggi da molti esperti del settore il miglior pugile italiano di tutti i tempi.
Oggi sconosciuto ai più può essere orgoglioso di aver condotto una grande carriera lontano dalle luci spesso fatue che hanno caratterizzato le vicende di altri pugili, meno bravi di lui, ma più solleciti, spesso anche inopportunamente, a farsi rumorosa e invadente pubblicità.
Mercoledì 24 dicembre 2014
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