di Aldo Carpineti
Che fai tu Luna in ciel, dimmi che fai?
Il suggestivo interrogativo di Giacomo Leopardi non potrebbe essere più attuale di quanto lo sia oggi.
Cercare una risposta non è compito facile eppure noi ci chiediamo proprio: perché sei lì?
Una strana coincidenza di avvenimenti astrali accaduti miliardi e miliardi di anni fa ti ha portato a vivere sospesa sui destini della Terra? Oppure hanno ragione i credenti, invincibilmente certi che tutto abbia un motivo? E che Dio l’ha creata e quindi deve avere certo una sua funzione. Tanto che Francesco, il santo dei santi, la chiamò sorella, a rammentarne la famigliarità per noi umani.
In una notte limpida come questa, più limpida del solito perché non inquinata, la Luna ci parla ed appare soprattutto bella. Ed il nostro osservarla è veramente un ascolto. Uno di quegli spettacoli della natura che ti lasciano senza fiato nel silenzio di una notte silenziosissima. E la sua presenza ci fa capire il limite che sta nel mistero.
Strano destino quello dell’uomo, raggiungere mete incredibili nella scienza, nella tecnica, nella conoscenza e non capire le cose più elementari neppure dopo esserci stati, sulla Luna, averla calpestata e aver piantato la bandiera nel suolo.
Strano inquietante mondo questo, dove il mondo più vicino rappresenta un interrogativo non risolto, un punto di domanda che strani giochi di attrazioni reciproche fanno rimanere lì, a mezza strada ma al contempo così lontano sempre dalla nostra comprensione, a rammentarci che le cose che ci appaiono più evidenti e non mutabili sono anche le più imperscrutabili
Martedì 7 aprile 2020
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