Chi e dove si deve studiare un intervento che sia coordinato su questi 3 temi complementari?

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Genova | terzo valico, gronda, impianti eolici

Chi e dove si deve studiare un intervento che
sia coordinato su questi 3 temi complementari?

Il territorio sul quale dovrebbero insistere le tre grandi operazioni ha per larga parte natura e nessi comuni, non è opportuno fare 3 progetti
che non tengano conto l'uno dell'altro; perché non un progetto unico?

di Aldo Carpineti

Parco eolico
Parco eolico

Ci pare che questa vicenda della Gronda assomigli a quella del – Tucchime Tognu Tognu me tucca – che già i nostri genitori conoscevano molto bene.

Oppure assomigli ad un personaggio del giornalino per ragazzi degli anni ’60, Cucciolo, il Topolino nostrano. Ebbene Cucciolo aveva un amico (che per Topolino era, con le dovute differenze, Eta Beta). Questo personaggio straordinaro si chiamava Tiramolla, era fatto di caucciù aveva la proprietà di restringersi, allargarsi, allungarsi, accorciarsi in brevissimo tempo come preferiva, sempre senza perdere il cappello di testa.

A Tiramolla assomiglia, in modo sorprendente, la vicenda della Gronda, da diversi anni sul tappeto verde della roulette delle più importanti opere infrastrutturali, geofisiche, auto-stradali dell’ambito territoriale della periferia genovese che dalla Val Polcevera, segnatamente dall’autostrada sopra a Sampierdarena, si estende almeno nelle previsioni più complete fino alla zona di Genova Est. Se anche Marco Doria fosse un decisionista – e non lo è – si sarebbe trovato in imbarazzo di fronte alla soluzione da dare a questo problema. Appoggiare la realizzazione della Gronda e così mettersi dalla parte di chi favorisce i traffici marittimi dello scalo genovese attraverso uno snellimento consistente nel traffico su gomma di tutta quella zona significherebbe dare una soluzione che risponderebbe ai criteri di sviluppo che anche l’Europa ha fatto propri se è vero come è vero che Genova è al centro dei pensieri del piano Juncker e sarebbe da veri grulli non cogliere un’occasione così ghiotta, un'opportunità che si ripresenterebbe ben difficilmente in altri tempi se fosse lasciata cadere. Oppure tener mente a criteri di ordine ecologico e paesaggistico, ammesso che in quella zona si possa rinvenire qualcosa di paesaggistico, ma insomma, al verde, al verde in sé e per sé, buono come tale e come tale da difendere?

Il futuro di Genova, oltre che nel progetto di Renzo Piano sulla zona che va dal Porto Antico alla Fiera del mare, nonché nella nuova diga foranea, passa tutto attraverso queste tre voci. Terzo valico, Gronda, Impianti eolici. Non è possibile pensare alla soluzione di uno di questi problemi senza aver mente alle caratteristiche e alle modalità degli altri due. Gli impianti eolici stanno interessando una zona ampia intorno alla Bocchetta che ha confini vicini a quelli del terzo valico, o addirittura non ha confini con l'area di questo.

Chi si deve prender carico dell’intero problema, a livello coordinato? Se esistesse ancora la Provincia sarebbe forse proprio la Provincia perché tutti questi interventi rientrano territorialmente nella sfera provinciale genovese, sempre ammesso che l' assessorato al territorio della Provincia abbia mai avuto il peso politico economico ed organizzativo per decidere su argomenti di questa portata. In ogni caso la Provincia sta dileguandosi, le sue funzioni accorpate ad altri enti pubblici. La Città Metropolitana ha ambiti e confini che sono limitati alle problematiche urbane o poco più, né può pensare di assumersi, al di là di quelle che sono le sue stesse competenze, impegni più grossi di lei: non sembra avere cioè le spalle abbastanza larghe.

Restano la Regione e lo Stato. La Regione, in primis, perché tutte queste esigenze riguardano ambiti territoriali liguri e lo Stato a ruota, in quanto ad esso sono affidati i cordoni della borsa. Mai come oggi i candidati che vinceranno le primarie e successivamente le elezioni del dopo Burlando sembrano assumersi responsabilità di importanza vitale per tutto il territorio centrale della Liguria, ma anche per il paese intero. 

Certo è che ogni minuto che passa si perde tempo utile per prendere decisioni che favorirebbero la zona, largamente intesa, e l’interessamento di altri territori anch’essi, per molti versi, collegati alle operazioni sotto profili economici ma anche di vera e propria destinazione. Un processo a cascata che investe gli interessi non di un settore ma dell'intera popolazione centro-nord-occidentale. Scusate se è poco.

Giovedì 8 gennaio 2015

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