di Francesca Camponero
E ' sempre piacere quando il Teatro Nazionale di Genova ripropone l'allestimento della Piccola Corte situato sul palcoscenico del più grande teatro di prosa genovese. E ' un piacere perchè all'interno di quell'anfiteatro ligneo dobbiamo ammettere che il più delle volte si vedono gli spettacoli più preziosi della stagione, delle piccole chicche dove gli attori, così vicini al pubblico, riescono a dare il meglio di sè, spesso guidati da registi esordienti che nella Rassegna di Drammaturgia Contemporanea hanno la loro vetrina.
Ieri mercoledì 29 maggio con BASHIR LAZHAR della drammaturga canadese Evelyne de la Chenelière, si è aperta la ventiquattresima edizione della rassegna promossa dal Teatro Nazionale di Genova e, come anticipato prima, si è avuta la conferma del valore di questa manifestazione estiva.
Chi ha visto il film franco canadese del 2011 Monsieur Lazhar diretto da Philippe Falardeau, e con protagonista l'attore algerino Fellag conosce benissimo la trama che riguarda la storia di un supplente algerino, Bashir, chiamato per la sostituzione di una maestra che si è suicidata. L'uomo è indubbiamente un docente preparato, consapevole, dotato di sensibilità. Ma dietro questa facciata c'è un segreto che riguarda il suo passato. Una storia nascosta fatta di dolore e guerra. Bashir ha perso moglie e figli in un incendio doloso e adesso, solo, cerca nei bambini della sua classe quell'ingenuità e gioia di vivere che avevano i suoi. Ne ha un profondo bisogno.
Fabrizio Matteini, diretto da Thaiz Bozano, unico interprete sul palco spoglio ha il compito difficilissimo di reggere la scena per un'ora e dieci minuti di seguito e lo fa benissimo. Intorno a sè solo il pubblico attento, nessun allievo è presente, nessun collega, nè la direttrice. L'attore si rivolge a dei personaggi che sono dei fantasmi come quelli che si porta dentro, quasi con senso di colpa. Il suo recitare cambia registro di continuo ed al pubblico sembra di vedere quegli interlocutori che non ci sono perchè Matteini riesce a far percepire quelle immagini di coloro che pur non essendo lì in carne ed ossa sono così presenti e fanno andare avanti la storia. Ci sembra di conoscere tanto la collega dai capelli rossi, quanto la dura direttrice, ma soprattuto Alice, la bimba che attraverso un tema spiega come sono andate veramente le cose riguardo il suicidio della maestra, una bimba che porta lo stesso nome di sua figlia ed anche per questo è particolarmente cara al nuovo maestro.
Ma Lazhar non è un vero maestro e presto viene scoperto e per questo perderà il suo lavoro di supplente. E qui davanti alla corte Bashir/ Matteini ci regala la più bella scena madre della piece, in cui senza alcuna speranza rivendica la presenza dei suoi cari morti nell'incendio. L'attore, che si è formato alla scuola del Teatro Stabile di Genova (e si vede) si confronta con il giudice che non c'è nella maniera più sincera, come sincere sono le lacrime che gli escono dagli occhi facendo suo il dolore del personaggio. Bravo davvero.
BASHIR LAZHAR è in scena alla Piccola Corte sino a sabato 8 giugno.
Giovedì 30 maggio 2019
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