di Patrizia Tassone
Avevo pianificato di pubblicare un intervento diverso rispetto a quello che mi sto apprestando a scrivere ma l'incontro, via Meet, a cui ho partecipato ieri mattina mi ha fatto cambiare idea.
Ho trovato intimamente corretto trattare questo argomento e, a tal proposito, voglio ringraziare il dott. Aldo Carpineti che, per l'occasione, si è trasformato in «musa ispiratrice».
Forse un pò tutti ci siamo interrogati sul senso della vita e, probabilmente, chi più chi meno, siamo giunti ad una possibile definizione.
Tuttavia esiste una cultura che non si pone la domanda come fosse un dilemma shakespeariano ma la adotta come stile di vita.
In Giappone, infatti, tutto questo discorso si riassume in una singola parola: Ikigai.
Ikigai è un concetto originario della terra del sol levante e significa una ragione d’essere.
Il termine Ikigai è composto da Iki che significa vita e Kai – che in sequenza si esprime gai – significato, quindi un significato per la vita, per dirla in termini semplici: una ragione per cui alzarsi la mattina.
Secondo i giapponesi tutto ha un Ikigai.
In particolare, il concetto di Ikigai viene da Okinawa, un’isola nota per aver un gran numero di abitanti centenari; alcuni studi effettuati sulla sua popolazione hanno dimostrato che, al di là del regime alimentare, vi è un altro segreto: ognuno è esortato a trovare il suo Ikigai e a realizzarsi.
In Giappone questo è così importante e radicato culturalmente che molti pensionati continuano a lavorare.
Alcune di queste persone anziane traggono piacere, ad esempio, coltivando il riso: svolgono vita all’aperto, trasmettendo alle giovani generazioni il rispetto della natura e al contempo nutrono la propria famiglia, dunque si sentono vivi e utili.
Ikigai allora, implica sia l’idea di realizzazione di sé, sia rendersi utili contribuendo al benessere della società.
Trovare il proprio Ikigai richiede, però, una ricerca profonda e spesso lunga di sé ma è molto importante in quanto porta soddisfazione e senso alla propria esistenza.
Renderla gioiosa.
Niente di più semplice, splendido e profondamente giusto.
Dopotutto ciò che ci motiva a vivere non è forse il significato che noi diamo alla vita stessa? E vivere con pienezza non è, forse, provare gioia nello stare quotidiano? L’Ikigai in qualche modo ci aiuta a orientarci permettendoci di condurre una vita che consideriamo buona e vantaggiosa, vale a dire che l'individuo è soddisfatto perchè si adopera per una causa superiore.
Questa ricerca però non necessariamente ci deve spingere lontano, a volte, capita di essere al posto giusto nel momento giusto.
Viviamo in un'era dove l'incertezza sembra l'unica certezza (perdonate il mio gioco di parole) tanto è instabile; spesso cambiamo lavoro, casa, scuola o, comunque, siamo costretti ad adattarci a nuove situazioni.
Nell'attuale stato delle cose ho notato come molti si sentano disorientati, a volte impauriti o comunque privi di prospettive.
Trovare un valore, sapere perché siamo qua, cosa vogliamo e cosa siamo chiamati a dover trasmettere al mondo diviene di vitale importanza, per noi stessi, in primis, e per tutti.
La fonte di pregio nella nostra vita (Ikigai appunto) può essere svincolata dalla propria condizione economica o dal contesto sociale.
Una persona potrebbe avvertire che, paradossalmente, il presente è incerto, ma avendo un obiettivo in mente sentirà, comunque, di avere uno scopo.
Ovviamente non dobbiamo considerarci costretti ad adottare determinati comportamenti, anzi, l'Ikigai presuppone che tutto si svolga con azioni naturali e spontanee.
Come trovare il nostro Ikigai? Affinchè possa rivelarsi (come ho scritto inizialmente) dobbiamo sottoporci a una lunga riflessione su noi stessi, quindi un'esame introspettivo che non si esprime come una ricerca intellettuale ma abbandonarsi al proprio intuito.
Sarà necessario prendersi del tempo per poter guardare il mondo con occhi nuovi, magari dedicandosi ad attività appaganti anche se apparentemente inutili, lasciarsi cullare dalla realtà che ci circonda, smettere di preoccuparsi di perdere tempo (conseguenza di uno stile frenetico a cui siamo stati educati) e accettare la lentezza, una calma più adatta ai nostri ritmi fisiologici.
Queste sono solo alcune indicazioni.
Ci sono persone che sanno chiaramente per cosa vivono: la famiglia, i figli, un sogno, un amore, qualsiasi cosa può rappresentare il loro Ikigai.
Altre persone, invece, non saprebbero rispondere alla domanda su quale sia la propria ragione di vita.
Una cosa è certa: senza un senso personale della propria esistenza la stessa si trasformerebbe in un contenitore vuoto, la nostra attenzione si focalizza su tutto quanto c'è di orribile al mondo, sugli aspetti negativi, sulla morte e quindi su ciò che si oppone alla vita.
Tuttociò che si oppone alla vita ci impedisce di crescere, di progredire.
Non posso qui affrontare un tema così vasto, che merita sicuramente molto più di un articolo; sull'argomento potrete trovare diversi libri ma il modo migliore per scoprirlo è farne esperienza.
Auguro a ognuno di voi una buona caccia al tesoro.
Il vostro tesoro.
Venerdì 15 maggio 2020
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