di Aldo Carpineti
Sinisa Mihajlovich, un grande ritorno in blucerchiato come allenatore
La gradinata sud l’anno scorso lo accolse con un grande abbraccio: nessuno aveva dimenticato quante partite Sinisa, alla Sampdoria negli anni ’90, risolse con le sue strepitose, violentissime punizioni che si abbassavano all’ultimo momento per entrare proprio sotto la traversa, lasciando basito il portiere avversario.
Un gesto atletico-balistico eccezionale e di grande efficacia, che strappava immediato il boato altissimo della tifoseria doriana.
Un ragazzone allegro, a volte persin troppo, tanto da beccarsi anche qualche squalifica, ed un efficacissimo calciatore sia se giocava da terzino quanto se veniva impiegato più avanti, da mediano di spinta.
Un fisico esuberante ed un faccione quasi sempre sorridente, caratteristica che ha sempre ben disposto i tifosi di qualsiasi squadra. Meglio un campione entusiasta che un mezzo tristanzuolo… E lui poteva ricordare, fatte le debite proporzioni, il grande Cabrini.
I responsabili della Nazionale Serba (cui Mihajlovic era legato) non sono grulli ed avevano capito quanto il Sinisa valga nello spogliatoio e sulla panchina. Ed a suo tempo fecero il diavolo a quattro perché rimanesse con loro.
L’allora presidente Garrone dovette rassegnarsi e sborsò una montagna di “dinara”. Ma nessuno dubitava che sarebbero stati ben spesi. E i fatti hanno dato ragione a questa ipotesi.
Mercoledì 26 novembre 2014
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