di Aldo Carpineti
Non credo mi sia mai passato per il cervello di essere antifemminista. Al contrario sono convinto che le donne abbiano compiuto in questi ultimi decenni una lunga marcia che ha loro consentito di vedersi riconoscere molte delle legittime aspettative di uguaglianza di partenza con l’uomo. Un principio sancito dalla Costituzione che ha avuto tuttavia bisogno di essere recepito dai nostri costumi e dalla vita sociale, al di là delle previsioni normative e della magistratura.
Non mi va neppure di adeguarmi a quelle classificazioni e graduatorie che di volta in volta vogliono le donne più intelligenti dell’uomo o viceversa, più disciplinate e giudiziose, più capaci di vivere da sole e via dicendo. Sono convinto invece che riconoscimenti di questo genere possano difficilmente essere fatti persino sulle singole persone, essendo gli animi umani e le umane tendenze così variegati e complessi da poter essere difficilmente giudicabili tout court in base a impressioni ed anche nel caso di una conoscenza approfondita del soggetto.
Resta il fatto che l’argomento, a mio parere, debba essere preso, come ogni argomento serio, con una certa parte di ironia. Dosare il proprio spirito in giusta misura sulle cose che si ritengono spesso da non trattare con leggerezza conferisce maggiore vigore alla stessa natura di esse, il giudicare le proprie idee intoccabili fino al punto da non poter essere oggetto di spiritosa attenzione le fa diventare pesanti e addirittura perdenti perché, alla fine, poco simpatiche.
In un mio articolo di alcuni anni or sono raccontavo che, nella mia pur scarsa carriera di seduttore, mi è capitato di incontrare donne che si sono offese perché ho fatto loro la corte e donne che si sono offese perché non glie l’ho fatta. Certamente tutto è relativo a questo mondo a tal punto che spesso è possibile, conservando ragione in entrambi i casi, dire tutto e il contrario di tutto. Mi sono sentito dire, sia quando ero giovane sia più recentemente, che ho uno spirito troppo conciliatorio. Può essere. Dipende però, secondo me, dal considerare che quanto si dice, ha spesso valenze di verità così come ha valenze di verità il suo opposto. Per ciò preferisco in genere, nelle mie conversazioni, dare ragione al mio interlocutore piuttosto che mettermi a questionare con lui; sia che si parli di politica, come di arte, di lavoro, di vacanze, o di Genoa e Sampdoria.
Ed è per queste ragioni che consiglio a tutte le femmine, signore e signorine, ragazze ed ex ragazze, lavoratrici o no, amanti del mare o della montagna o di entrambi, di prendere la propria femminilità con un sorriso, che è un salvacondotto che sempre giova nei rapporti con donne e con uomini, di lasciar da parte gli schieramenti inamovibili e definitivi, di preferire la leggerezza al rigore soprattutto quello che determina prese di posizione intransigenti e non negoziabili. Senza pretendere (neanche in questo caso) di non essere messo in discussione.
Domenica 14 aprile 2019
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