di Aldo Carpineti
Mi trovavo a Camaiore nell'estate scorsa, quando sembrava che il Covid avesse un poco allentato la sua morsa. Parlavo con un musicista: si stupì che io conoscessi Jobim, roba per intenditori, mi disse.
In questa occasione vi riproponiamo l'autore brasiliano in una talentuosa interpretazione di Felice Reggio, una stella della musica contemporanea ed un amico che ho intervistato più volte nella cornice gradevolissima della Spianata Castelletto. In questo pezzo di Jobim (La Garota de Ipanema) Reggio può mettere a frutto molta della sua sapienza musicale. Musica allegra ed al tempo stesso velata da una vena di malinconia, come la musica brasiliana in genere, come la vita brasiliana in genere.
Logiche degli estremi, che Reggio rende con una performance magistrale. Non è necessario essere intenditori per rendersi conto della qualità di questa interpretazione. Basta un minimo di orecchio musicale.
Prima della pandemia programmavamo importanti appuntamenti di spettacolo con Felice Reggio ed anche con Betty Ilariucci. Pensavamo di portare questi due splendidi musicisti in Val d'Aosta, e insieme la letteratura di Stefano Termanini. Se realmente a fine marzo si riapriranno le porte dei teatri potremo tornare a parlarne.
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RIPORTIAMO DI SEGUITO, pensando di fare cosa gradita a tutti, la nostra intervista a Felice Reggio del 10.3. 2019 che ad oggi ha superato le 800 visualizzazioni:
Abbiamo incontrato oggi in un caffè cittadino un personaggio della musica di oggi che avevamo già avuto il piacere e l’onore di intervistare in due passate occasioni. Si tratta di Felice Reggio, uno dei maggiori trombettisti jazz oggi in circolazione in Italia.
Noto qui da noi come all’estero, Reggio dispone, e non soltanto sul palcoscenico, di una verve vivacissima e cordiale che mette a proprio agio l’intervistatore e fa in modo che a questi basti qualche infrequente richiesta di precisazione perché la conversazione vada avanti senza interruzioni.
Nativo di Vinchio, un paesotto dell’astigiano con 700 anime comprese le frazioni, ha abitato a lungo a Genova, ed è ritornato da poco più di un anno a vivere in questo comune piemontese dove il Barbera è di casa e dove tutto testimonia della genuinità della vita di un tempo. Reggio ricorda che il papà ed anche il nonno erano musicisti ed avevano allestito una orchestra che faceva il giro delle località non troppo lontane, e figli e fratelli contribuivano essendosi specializzati ciascuno in uno strumento diverso, anche il più opportuno di volta in volta per l’economia della musica da suonare. I Reggio abitano proprio nel centro di Vinchio e sanno bene quali siano i pregi della vita in campagna rispetto a quella cittadina che consente minori occasioni di contatto umano. La cantina sociale è uno fra i ritrovi della zona, un vanto per i locali che fanno riferimento ad essa come luogo di socializzazione oltre che per gustare un bicchiere ogni tanto.
Attaccatissimo ai figli – uno di 21 anni l’altro di 18 – è del tutto contento delle strade che hanno preso, impegnato nel mondo della musica il primo a fianco alla frequenza al dipartimento universitario di Storia dell’Arte, artista completo, determinato a diventare un personaggio dalla cultura poliedrica ed anche vendibile in occasioni diverse. Il secondo è musicista puro, dalle grandi qualità, allievo di un grande nome come Elisabetta Garetti.
Felice Reggio, oggi cinquantanovenne, ha alle spalle una carriera entusiasmante. Basti ricordare come, intorno ai vent’anni, ebbe modo di conoscere a Torino Nini Rosso, piemontese di San Paolo di Mondovì, e da allora poté usufruire degli insegnamenti di questi e della opportunità di cominciare con lui una lunga collaborazione. Felice era poco più che agli esordi ma Nini Rosso ne intuì immediatamente le grandi capacità e soprattutto l’amore per la musica e per il proprio strumento. (In pochissimi secondi Felice disegna su un foglio bianco che gli abbiamo appena passato lo schizzo di una tromba, come gli ha insegnato a fare Nini Rosso, e lo firma con nome e cognome).
E successivamente tanti e tanti sono i grandi ai quali si è avvicinato, senza contare la sua carriera da solista, altrettanto fulgida e sorprendente. Fra gli altri nomi, lavorò con Ennio Morricone a colonne sonore di film, un impegno che è stato parte importante della propria produzione artistica.
Attualmente sta lavorando ad un Cd che comprende musiche di A.C.Jobim, Chico Buarque de Hollanda, Roberto Menescal, Joao Donato, Edu Lobo; la sua passione per la musica brasiliana lo accompagna fin da ragazzino. E sta preparando con Adolfo Margiotta e Fabio Vernizzi una composizione di musica e parlato sulla vita e l’arte di Chet Baker dal titolo Chet is back. Nell’anno intraprenderà una tournée che, partendo da Berlino, lo porterà attraverso diverse capitali europee.
Grande ammiratore di Frank Sinatra, da una parte, come grande uomo di spettacolo, e di Leonard Bernstein dall’altra, che dice essere stato la Musica in persona, avrebbe voluto conoscerli e stringere loro la mano. E loro certo avrebbero saputo apprezzare, oltre che l’arte, l’umanità profonda di Reggio.
Raccolte queste informazioni lo salutiamo con calore, lietissimi di averlo rivisto; è passato mezzogiorno ed ha in programma un pranzo con i figli. E noi non vogliamo togliere loro nemmeno un minuto della compagnia di questo straordinario papà.
Venerdì 5 marzo 2021
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