di Maria Grazia Dapuzzo
Care lettrici e lettori di Genova Reteluna riporto uno scritto di mio marito Mario Ferrando dopo il pomeriggio di ieri che abbiamo trascorso insieme «Al Fur» il Forno di Comunità.
Siamo in strada Rinera, davanti alla cascina Rosa, una strada che segna il confine fra i comuni di Terruggia e Rosignano Monferrato.
Sul lato sinistro sorge quest'antica costruzione, risalente alla metà dell'ottocento, interamente costruita con la «pietra da cantoni», tipica pietra della zona con la quale sono state costruite la maggior parte di case e cascine in questo territorio.
Si tratta di un forno a legna della Comunità dove, regolarmente, le famiglie della zona si recavano a cuocere il pane fatto da loro per il proprio fabbisogno.
La foto mostra lo stato di abbandono del manufatto. Poi, il comune di Rosignano, responsabile delle costruzioni sul lato sinistro della strada, vi ha messo mano riportandolo agli antichi splendori.
La comunità diffusa, fatta dai nuovi residenti della zona, dai «vecchi contadi», da tutti coloro che hanno a cuore le antiche tradizioni, hanno fatto il resto.
Da due anni ci si raccoglie intorno al forno, si accende e si cuociono i pani fatti dai convenuti: focacce, torte dolci e salate. Un pò di vino rosso, che nella zona non manca, e un pò di musica fatta da volenterosi che non sfigurerebbero in contesti più titolati. Ed è subito festa.
La giornata scorre via lieve, piacevole: non ci si accorge del tempo che passa, complice anche questo clima impazzito che regala temperature primaverili in pieno inverno. Ieri c'era qualcosa come 15/16 gradi.
Noi siamo gli ultimi arrivati: ci siamo stanziati definitivamente nel territorio alla fine d'agosto.
Siamo stati introdotti in un gruppo locale «Rosignano informa», retto da Paola Ricci, che fa da giornalino interno della comunità diffusa nel paese e nelle varie frazioni di cui è composto (circa nove frazioni fra Località, Cascine e vere Frazioni).
Tutti gli avvenimenti più importanti, o comunque degni di rilievo, passano attraverso questa «chat» che, insieme con un'altra, funge anche da sorveglianza attiva contro eventuali malintenzionati.
Questi incontri sono occasioni che non si possono perdere: sono inclusivi, abbattono i vincoli che la nostra società impone nei normali contatti di lavoro e non.
Nelle città sono andate perse queste usanze molto in fretta. Si lascia l'auto, magari in seconda fila, e si entra nella panetteria ad acquistare il pane che magari non è stato nemmeno cotto li.
Io ricordo ancora che nella mia giovinezza, passata nel centro storico di Genova, i miei familiari portavano i pani del «pandolce genovese» al forno per farlo cuocere, ed era uso pagare in natura lasciando una o due forme di pandolce al fornaio per ripagarlo. E... non sono tanto «vecchio».
(Cliccando sulle foto s'ingrandiscono).
Domenica 24 dicembre 2023
© Riproduzione riservata
681 visualizzazioni