di Aldo Carpineti
Il ricordo generalmente fa affiorare alla mente le parti migliori degli avvenimenti che sono accaduti tempo fa. Ha una azione di filtro rispetto alla realtà che, nel momento la si vive spesso in condizioni di stato d’animo normale o addirittura neanche troppo brillante; l’andare indietro con la memoria invece predilige quanto c’è stato di meglio nel passato e lo fa apprezzare di più di quanto avvenga nel momento stesso del verificarsi. Per questo ricordare ha (di solito) una funzione positiva ed anche (a volte) consolatoria sul presente. Molto spesso, insomma, il ricordo è più dolce della stessa realtà vissuta.
Non è una regola ferrea. Si può ricordare con nostalgia, ed allora aspetti malinconici accompagnano quelli positivi. Tipica la cosiddetta saudade dei brasiliani che abitano lontani dal loro paese. Essere a tanti chilometri di distanza da Rio o da Vina del Mar può portare a pensare spesso ad abitudini, compagnie, luoghi che non si possono dimenticare. Tipici sono i casi dei calciatori sudamericani che, pur molto forti, non rendono lontano dal loro paese. Forse anche per questo Pelè, a suo tempo, non volle mai lasciare la città di Santos, arrivando a rifiutare ingaggi europei molto allettanti. La nostalgia presuppone grande amore per quel che si è lasciato e scarsa soddisfazione nel presente.
Ancor peggio è il rimpianto che ha come presupposto non aver sfruttato occasioni propizie o comunque aver vissuto in condizioni di minore abilità e risultato di quanto si avrebbe voluto e fortemente sperato. In questo caso andare indietro con il pensiero induce atteggiamenti mentali che possono portare alla depressione ed allo sconforto. Meglio senz’altro guardare al futuro e proporsi di campare, per il tempo a venire, in modo più avveduto e pieno.
Venerdì 8 febbraio 2019
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