di Maria Grazia Dapuzzo
Il viaggio inteso come percorso di vita ma anche come percorso ascensionale ovvero viaggio dell’uomo verso la conoscenza, la consapevolezza di se stesso (uomo) e di ciò che lo circonda (natura).
Viaggio dell’uomo attraverso la consapevolezza delle proprie azioni e dei propri scopi (fini), in contrapposizione e/o relazione alle possibilità offerte dalla natura (mezzi). Da una parte abbiamo l’uomo (soggetto) che propone delle intenzioni (fini), dall’altra abbiamo la natura ovvero il mondo (oggetto) che risponde con le proprie attitudini (mezzi).
Dalla combinazione di tutte queste possibilità si ottengono tutte le situazioni della coscienza inserita nella realtà che dà alla coscienza stessa occasioni e mezzi.
Nella vita della coscienza possiamo distinguere quattro momenti che fanno parte di un ciclo aperto e sono: momento logico, momento economico, momento etico e momento estetico.
Il momento logico, o atto logico, è quello nel quale l’uomo giudica il mondo e lo classifica, in altre parole classifica gli oggetti naturali che in quanto tali diventano dei materiali da utilizzare occasionalmente.
Il momento economico, o atto economico, è quello nel quale l’uomo usa il mondo, in altre parole utilizza in modo sistematico gli oggetti naturali in precedenza classificati, i materiali che in quanto tali diventano strutture.
Il momento etico, o atto etico, è quello nel quale l’uomo assume il mondo come totalità del sistema attraverso l’organizzazione e le strutture diventano degli organismi.
E infine il momento estetico, o atto estetico, è quello nel quale l’uomo interpreta il mondo immedesimandosi con esso e gli organismi diventano degli individui.
Nella realizzazione delle mie opere ripercorro idealmente i quattro momenti che fanno parte della vita della coscienza e che ho già detto essere i quattro momenti: logico, economico, etico ed estetico.
Ad esempio gli assemblages, olio su tela, che fanno parte della serie «Ricordi di viaggio», sono nati in momenti successivi; camminando nella natura ho raccolto degli oggetti naturali (momento logico) che ho portato nel mio studio perché ho intravvisto la possibilità di un loro utilizzo (momento economico) e solo in seguito li ho assemblati (momento etico), attaccandoli alla tela prima preparata e sulla quale in seguito sono ulteriormente intervenuta con del colore (momento estetico). Gli oggetti naturali che ho raccolto hanno così subito una metamorfosi tale da divenire un individuo ben definito. Questo è il momento nel quale mi sono immedesimata con il mondo interpretandolo.
La stessa procedura l’ho seguita per la realizzazione delle opere concettuali su acciaio, per quelle su juta e per gli assemblages tridimensionali. Questi ultimi appartengono alla serie «Alla conquista del mondo». Sono opere concettuali che trattano il tema del viaggio, del percorso dell’uomo alla conquista del mondo, nel suo processo di antropizzazione e quindi nella realizzazione di un territorio che, in quanto tale, è un individuo unico, perché è lo stretto rapporto dell’uomo con il suolo, con la natura stessa. E nel processo di antropizzazione, quindi di assestamento sulla natura, l’uomo ha lasciato e continua a lasciare dei segni, che costituiscono la memoria storica e che nel caso specifico, sono i «segni del cammino», come li ha definiti Carlo Pesce, riguardo alla mia più recente produzione artistica. È il viaggio che ogni uomo percorre nel suo processo di ascesa attraverso la conoscenza. Ed è il mio viaggio nel mondo.
«Andare per crinale», una fra le opere esposte al Castello di Piovera (Al), rappresenta la prima fase di antropizzazione del territorio. Si tratta di un mondo visto dall’alto, a differenza del nostro mondo che invece è visto dal basso, perché noi ora stiamo vivendo un mondo di piano, che poi era anche il mondo dei romani nella fase di totale organizzazione del territorio da loro conquistato.
Ricordo che le fasi di antropizzazione del territorio sono quattro: crinale, colle, valle, piano, e nel sistema critico muratoriano esse corrispondono ai quattro gradi essenziali di logica, economia, etica ed estetica. Questi ultimi sono i quattro momenti del ciclo della coscienza, mentre i primi sono i quattro gradi della realtà territoriale. (Vedere capitolo 9 del volume: Casale Monferrato, l’antica città romana di Vardacate).
Nella fase di crinale il mondo era visto dall’alto perché era più agevole per l’uomo lo spostamento ed anche per motivi di sicurezza era più agevole percorrerlo. Era un modo diretto di percorrere e stare sul suolo vissuto da un uomo altrettanto diretto, cioè privo delle nostre infrastrutture mentali.
Maria Grazia Dapuzzo 2006
Mercoledì 11 novembre 2020
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